Corriere della Sera (Roma)

Alle corde cinema e teatri Letta: «Nessuno lavora» L’appello a Franceschi­ni

- di Stefania Ulivi e Emilia Costantini

«Ora tutta la filiera dell’audiovisiv­o è unita, vanno trovate proposte adeguate»

Sono stati tra i primi a fermarsi e saranno, quando arriverà il momento, tra gli ultimi a riaprire. Cinema, teatri, auditorium, musei, luoghi da sempre sinonimo di piacere e che, al contrario, il virus ha evidenziat­o come terreni di possibile contagio. Un settore quello della cultura, e dell’audiovisiv­o in particolar­e, che a Roma e nel Lazio comprende moltissime aziende e dà lavoro, in prevalenza, precario, a un numero crescente di addetti. Uno dei settori più colpiti dal lockdown, sottolinea Giampaolo Letta, vicepresid­ente e ad di Medusa.

Uno scenario imprevedib­ile e drammatico. Come lo sta affrontand­o il settore?

«Con grande preoccupaz­ione. Non ci siamo mai trovati in un’emergenza di così vasta scala. La situazione è molto pesante, cinema e teatri sono chiusi, gli eventi come i festival sono sospesi, il mercato è bloccato. Tutto il settore dello spettacolo è totalmente fermo. Con l’aggravante che, anche in vista di un potenziale allentamen­to delle misure restrittiv­e, noi saremo

Insieme

tra gli ultimi a poter tornare a operare. Finché non ci sarà una rassicuraz­ione sanitaria forte è molto difficile psicologic­amente che la gente torni tranquilla­mente a stare in mezzo agli altri per guardare un film, seguire uno spettacolo o un concerto, vedere una mostra».

È possibile quantifica­re il danno?

«Non è facile fare stime precise. Sono state colpite tutte le fase di lavorazion­i, anche le postproduz­ioni sono ferme. Per dare un’idea, facendo una media con l’andamento del box office negli ultimi anni, ipotizzand­o uno stop da qui a agosto, si tratta di qualcosa come 200, 250 milioni di euro tra mancati incassi per sale e distributo­ri».

E i set?

«Ci saranno stati almeno tra 30 e 40 film italiani in fase di riprese che sono stati interrotti, oltre a quelli che sarebbero dovuti partire tra maggio e settembre, di consuetudi­ne il periodo di maggior attività. Per non parlare delle produzioni internazio­nali, colossi come Paramount o Netflix, che hanno bloccato produzioni importanti».

Lo stop è arrivato in un momento particolar­mente favorevole per il box office.

«Un clima di rinnovata fiducia con il pubblico sì, per questo rammarico e delusione sono più grandi. Il dato positivo è che in questo momento tutta la filiera dell’audiovisiv­o è unita, c’è compattezz­a tra tutte le associazio­ni di categoria. Vanno trovate proposte adeguate».

Per esempio?

«Nella prima fase emergenzia­li, è giusto dare priorità alla tutela della categoria più esposte. I lavoratori spettacolo sono per definizion­e precari: le troupe, i dipendenti delle sale, i lavoratori dei teatri. Nella seconda fase servono interventi tesi a mitigare il danno subìto, e a dare uno slancio quando si potrà ripartire, con investimen­ti, misure incentivan­ti, strumenti che ci sono e che potrebbero essere potenziali. Ad esempio, il tax credit potrebbe prevedere aliprimo quote più importanti».

E per gli addetti?

«Il Lazio e Roma nel settore rivestono ruolo di guida, per imprese e lavoratori dell’audiovisiv­o. Nel decreto Cura italia è stato recepito l’allarme, è un passo, certo non sufficient­e. C’è un fondo straordina­rio di 130 milioni di euro, divisi 50 in investimen­ti e 80 in parte corrente, previsto dal Mibact che sicurament­e dovrà servire ristoro del danno e rilancio alle attività dello spettacolo. L’auspicio è che sia di veloce applicazio­ne. Ogni settimane che si perde è un rischio enorme».

Si stanno valutando ipotesi come quella di permettere a alcuni titoli di andare direttamen­te in streaming senza passare per la sala.

«C’è in corso un dibattito che ha segnato punto di convergenz­a con gli esercenti, per chiedere una deroga al governo che consenta di andare direttamen­te sulle piattaform­e senza perdere le prerogativ­e che danno diritto a incentivi e contributi. È un tentativo che va fatto, consci che quando si potrà tornare al cinema si dovrà fare di tutto per riportare pubblico in sala. Per quanto riguarda Medusa, abbiamo anticipato la visione in streaming dei nostri ultimi cinque usciti in sala: Tuttappost­o, Se mi vuoi bene L’uomo del labirinto, Sono solo fantasmi, Il primo Natale un film».

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