Ballotta: «La rimonta di Cagliari è il segreto di questa stagione»
Marco Ballotta trascorrerà il suo 56esimo compleanno a Castelfranco Emilia. «A casa, ovviamente - racconta -, con mia moglie e mia figlia che stanno preparando la torta». Oggi, Ballotta è presidente, d.g. e preparatore dei portieri del Castelvetro, squadra di Eccellenza. Gli mancano il campo e la scrivania, «ma non è la priorità. Il coronavirus ci ha chiesto un cambio di vita importante. Non so cosa succederà, io cerco di viverla con serenità e pensando anche a quello che sarà il mondo, non solo quello del calcio, una volta finita questa emergenza». Vive senza social «perché di quello che fanno gli altri mi interessa il giusto. Per me sarebbe più un perditempo. Ma ho comunque mille modi per tenermi aggiornato, anche sulla Lazio».
Vent’anni dopo lo scudetto di Eriksson, quella di Inzaghi è in corsa per lo stesso traguardo: Ballotta, quel 14 maggio 2000, era in campo, e c’era anche Simone Inzaghi. «Il tempo vola, ma quel giorno resta un ricordo indelebile, come l’emozione di giocare la Champions al Bernabeu». Era l’11 dicembre 2007 e Ballotta, in campo a 43 anni e 253 giorni, il più anziano a giocare in Champions, record imbattuto «e coronamento della carriera. Se dovessi scegliere una foto per la torta, userei quella».
La Lazio, in Champions, ci tornerà con la nuova stagione: «Ma non mi aspettavo che potesse andare oltre. Invece è cresciuto l’entusiasmo e si è compattato il gruppo. Ci sono tutti gli ingredienti per lottare fino in fondo per il titolo, quando si tornerà a giocare. Non credo che i giocatori abbiano perso di vista l’obiettivo. La svolta? Tutti dicono il secondo tempo della partita contro l’Atalanta, io invece dico la rimonta nel finale a Cagliari».