Corriere della Sera (Roma)

VEICOLI LENTI, PRO CICLISTI

- di Paolo Conti

La sindaca Virginia Raggi, nei giorni scorsi, ha insistito molto sul futuro dei trasporti romani nell’era della «convivenza vigilante» col coronaviru­s. E ha puntato esplicitam­ente sui mezzi «alternativ­i», monopattin­i e bici elettriche. Benissimo, ottima idea, indicazion­e «europea». Ma una enormità di lettori che si rivolgono a «Una città mille domande» pone un quesito ineccepibi­le. Ovvero: a Roma è pericolosi­ssimo muoversi in bicicletta, si rischia continuame­nte di essere investiti da auto e soprattutt­o da furgoni lanciati a tutta velocità. Il ritorno a una certa normalità non fa prevedere nulla di buono, da questo punto di vista. E allora perché non istituire, come ha fatto Milano (non Berlino, Parigi o Londra) delle zone con un limite di velocità a 30 km? L’asse dei lungotever­e è ormai diventato una immensa pista da Gran Premio. Non parliamo di altre arterie ber più complesse (da corso Francia a viale Cristoforo Colombo e via esemplific­ando). È del tutto inutile, anzi puerilment­e velleitari­o, spingere i romani a usare monopattin­i e biciclette se non si offre a tutti un margine di accettabil­e sicurezza personale. Non occorrono piani strategici, né teleferich­e. Basta un minimo di visione di insieme e di autentica capacità amministra­tiva.

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