RISCRIVERE IL FUTURO DEI RIFIUTI
Una delle parole più ricorrenti nel linguaggio degli amministratori è «bisogna», con la variante «si deve». Un esempio è visibile nella recente intervista di Maria Egizia Fiaschetti a Stefano Zaghis, l’amministratore delegato dell’Ama. Il manager ha annunciato un cambiamento nella gestione dei rifiuti prodotti da negozi, bar e ristoranti, che tradizionalmente intasano i cassonetti. Il tema è molto serio e i nostri lettori ce lo segnalano continuamente. Con la chiusura dei locali causa lockdown, la quantità di rifiuti prodotti dai romani è diminuita del 10 per cento e i cumuli d’immondizia intorno ai raccoglitori sono quasi scomparsi. Ma che cosa succederà ora che i locali riapriranno?
Per il manager «bisogna migliorare la qualità del servizio per i clienti business: quel 10 per cento in più non deve mettere in crisi la raccolta». Giusto. Ma questo è l’auspicio di ogni cittadino, nella speranza che l’azienda provveda. Se invece a dirlo è il capo azienda, ci si può chiedere: non è lui che deve provvedere? Come pensate di rimodulare il servizio per le utenze non domestiche, chiede il Corriere. Risposta: «Dobbiamo mettere al centro il cliente, obiettivo del programma di reingegnerizzazione che realizzeremo entro l’anno».
Più che giusto. Teme che nella fase due si ripresentino le criticità di un sistema non autosufficiente nella chiusura del ciclo? Risposta: «L’emergenza Covid deve farci riflettere sul fattore tempo, bisogna investire in impianti e ricerca». Giustissimo. L’intervistatrice rilevando che i Cinque Stelle sono sempre stati contrari all’ipotesi di nuovi impianti (a partire dai termovalorizzatori, utilizzati nelle città più evolute del mondo) – fa notare che l’Ama è ancora lontana dal raggiungere, nel 2021, l’obiettivo del 70 per cento di raccolta differenziata, su cui i cinque stelle hanno sempre puntato. L’ad risponde – correttamente - che è l’Europa a dirci di guardare al riciclo, «e Ama deve farsi portatrice di questo cambiamento». Ma con quale strategia? «Bisogna stimolare i comportamenti positivi e si vedono già i primi risultati», è la risposta. Come non essere d’accordo? I propositi e le intenzioni sono importanti. Altrettanto lo sono però i risultati ottenuti, che, nel caso dell’Ama, per ora lasciano un po’ a desiderare. Stefano Zaghis è la persona che ha il potere, il dovere e la responsabilità di ripulire Roma. Il nuovo inizio che lui sicuramente auspica non potrebbe partire proprio dal termovalorizzatore che oggi non c’è? Chi l’ha fatto (all’estero e in Italia, a partire da Milano) non se n’è mai pentito. E in Italia operano eccellenti studi di architettura e ottime aziende che potrebbero progettarlo e costruirlo (guardate il ponte di Genova). Forse è un sogno ma sarebbe bello pensare a un modello Roma.