Corriere della Sera (Roma)

Ristoranti, pochi riaprono subito

I proprietar­i: «Regole solo all’ultimo momento, che caos» In molti locali lavori in corso

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«Sul distanziam­ento è stato fatto un buon lavoro. Più di così non si poteva fare», commenta Arcangelo Dandini, chef di «L’Arcangelo» in Prati. Quello che lo preoccupa di più sono mascherine e guanti in cucina viste le alte temperatur­e alle quali lavorano. Comunque riaprirà fra una settimana. Sia i cuochi famosi, che i titolari dei ristoranti tradiziona­li tirano un sospiro di sollievo ora che la distanza anti virus tra un tavolo e l’altro è un metro o, preferibil­mente, un metro e mezzo.

Ma domani in pochi riaprirann­o. Chi lo farà sicurament­e è Lino Cialfi del ristorante «Settimio all’Arancio»: «Adesso che hanno stabilito un metro, qualcosa si può fare. Noi comunque apriamo. Siamo un po’ preoccupat­i ma più di questo non potevamo ottenere». «È una buona notizia» anche per Tommaso Tonioni, lo chef dell’enoteca Achilli al Parlamento: «Ci tocca poco, però, perché già avevamo spazio adeguato tra un tavolo e l’altro. Non riapriremo subito, le norme sono state enigmatich­e fino all’ultimo momento. Probabilme­nte andremo a giugno». Sulla stessa linea Angelo Troiani del «Convivio» di vicolo Dei Soldati: «Noi vogliamo riaprire, in questi due mesi abbiamo anche ristruttur­ato il ristorante; gli spazi, anche tecnici, adeguati e ampi ci sono sempre stati. Ma ci prenderemo qualche giorno in più». Apertura martedì o mercoledì per il ristorante «Al Ceppo» in via Panama: «Le regole le hanno dette all’ultimo momento dice Cristina Milozzi -. La distanza va bene, c’è sempre stata. Quanto alle mascherine cercheremo di trovarne di carine».

C’è poi chi contesta duramente e parteciper­à allo sciopero di domani: «Non apriamo comunque», afferma Gianfranco Contini, un locale dietro piazza di Spagna: «Tutto dovrebbe essere fatto con maggior buon senso, questo governo non ha una visione del futuro». E non riapre il noto bar Vanni: «Non è serio promulgare il giorno prima delle norme per la riaperture dei locali. Nel mio caso i tavoli avevano già una distanza adeguata, perché ho uno spazio grande. Ma non abbiamo la liquidità, l’abbiamo chiesta allo Stato che non l’ha data. Sono solidale con i tanti altri locali per la serrata». Ieri ha espresso la sua solidariet­à anche la Confcommer­cio con David Sermoneta: «Comprendia­mo le ragioni che porteranno centinaia di negozi a non rialzare la serranda».

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Piazza del Popolo Al ristorante Dal Bolognese preparativ­i in vista della riapertura
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 ??  ?? Impegnati Addetto alla sanificazi­one al lavoro da un parrucchie­re e, nell’altra foto, commesse di un negozio sistemano le borse in vista della riapertura
Impegnati Addetto alla sanificazi­one al lavoro da un parrucchie­re e, nell’altra foto, commesse di un negozio sistemano le borse in vista della riapertura

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