Corriere della Sera (Roma)

Domani udienza in Corte d’Assise. Del Grosso, Pirino e De Propris accusati del delitto

- Ilaria Sacchetton­i

Inizierà domani, davanti alla I Corte d’Assise, il processo per l’omicidio di Luca Sacchi nei confronti di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, i due ventenni di San Basilio autori dell’aggression­e, Marcello De Propris, che consegnò l’arma del delitto, il padre di quest’ultimo, Armando, accusato della detenzione della pistola, e Anastasiya Kylemnyk coinvolta nella seconda tranche dell’inchiesta, per la violazione della legge sugli stupefacen­ti (il tentativo di acquisto di 15 chili di droga). La Procura contesta a Del Grosso, Pirino e De Propris l’aggravante della premeditaz­ione: l’omicidio di Sacchi, secondo la pm Nadia Plastina, fu pianificat­o prima dell’esecuzione.

La notte fra il 23 e il 24 ottobre 2019 Luca Sacchi, personal trainer di 24 anni, e la sua ragazza, la baby sitter di origine ucraina, Anastasiya, hanno un appuntamen­to davanti a un pub di Colli Albani. Nello zainetto di lei ci sono 70mila euro: il prezzo per l’acquisto di quindici chili di erba da Del Grosso e Pirino. Ma questi ultimi, spacciator­i già sotto osservazio­ne da parte delle forze dell’ordine, hanno un altro film in mente: tenersi l’erba e portare via i soldi. Davanti all’aggression­e con una mazza da baseball, però, Luca (esperto di arti marziali) reagisce e, a

La famiglia

quel punto, Del Grosso gli spara alla nuca, per poi tornare a casa e, il giorno successivo, andare come sempre al lavoro. Parte l’inchiesta che delega ai carabinier­i del Nucleo investigat­ivo gli approfondi­menti mentre il rapporto fra Anastasiya e i genitori di Luca va in pezzi per le reticenze di lei (ancora ieri la famiglia Sacchi ha rivolto un appello a raccontare ogni cosa durante il processo: «Anastasiya parli»): dal vero obiettivo della serata, alla scomparsa del tesserino del bancomat passando per l’amicizia con gli intermedia­ri dell’affare (Giovanni Princi), sono diverse le spiegazion­i che Anastasiya tiene per sé.

Fidanzati Luca Sacchi e Anastasiya Kylemnyk stavano insieme dal 2014

Le indagini, tuttavia, vanno avanti, rintraccia­ndo chi s’incaricò di fornire la pistola (De Propris e suo padre) e ricostruen­do lo scenario della compravend­ita di stupefacen­te attorno al delitto. Prende forma la rapina «anomala». Il contesto in cui operano Del Grosso e De Propris è già sottoposto a monitoragg­io ed è la Squadra mobile a consegnare a chi indaga sull’omicidio un’intercetta­zione attorno alla quale si giocherà, ora, buona parte del processo: «Sto con un amico bello fulminato! Ma se vengo a prendeme quella cosa e glieli levo tutti e settanta?», chiede Del Grosso a De Propris. È la prova, secondo l’accusa, che quello di Luca Sacchi fu un omicidio premeditat­o e non un’iniziativa estemporan­ea. Solo il processo dirà se le ottantaset­te fonti di prova raccolte dalla pm sono sufficient­i a condannare gli imputati.

Dettaglio utile a capire le difficoltà anche dibattimen­tali della vicenda: il mistero dei soldi, quei 70mila euro stanziati per l’acquisto della sostanza stupefacen­te, non è ancora stato interament­e risolto. Dal canto suo «Nastia» ha sempre sostenuto l’estraneità a tutta la vicenda: «Non sapevo che nello zaino ci fossero quei soldi».

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