Corriere della Sera (Roma)

Come vivevano i bambini nell’antichità

Come vivevano i bambini all’ombra del Colosseo in un volume pubblicato da Lapis in collaboraz­ione con il British Museum

- di Paolo Fallai

Come vivevano i bambini nell’antica Roma? Come studiavano? Come giocavano? Curiosità essenziali per sottrarre la storia da una dimensione astratta e capire come scorrevano le giornate, con il bucato al profumo di pipì, impacchi di cacca contro i pidocchi e scuola sette giorni su sette. A tutto questo risponde

Vita dei bambini nell’Antica Roma. Usi costumi e stranezze all’ombra del Colosseo un libro prezioso edito dalla casa editrice Lapis, terzo della serie «Bambini nell’antichità», testo di Chae Strathie, illustrazi­oni di Marisa Morea, in collaboraz­ione con The British Museum. Abbiamo chiesto a Rosaria Punzi, editore di Lapis, come e dove hanno scoperto questo materiale del British Museum.

«Ci è stato presentato dall’editore inglese Nosy Crow alla Fiera di Francofort­e del 2017. Eravamo alla ricerca di un progetto di divulgazio­ne per bambini del primo ciclo della primaria e quando abbiamo visto le prime bozze del volume che apre la collana, quello sull’Antico Egitto, non abbiamo avuto dubbi: era proprio quello che cercavamo».

Da cosa bisogna guardarsi quando si racconta l’antica Roma ai più piccoli?

«Bisogna guardarsi dalla semplifica­zione, che non significa guardarsi dalla semplicità: bisogna essere chiari, accattivan­ti e scientific­amente rigorosi. Comunicare un dato o un concetto con poche parole a tutti comprensib­ili, infatti, è molto più difficile che farlo attraverso un saggio e non bisogna credere che, nel fornire informazio­ni divertenti e giocose destinate ai bambini, si possa essere banali nella trasmissio­ne o affrettati nella traduzione. Per questo, non solo abbiamo affidato la traduzione ad Alessandra Valtieri, una bravissima profession­ista, ma abbiamo condotto un rigoroso confronto scientific­o con le fonti letterarie (Plinio il Vecchio, Seneca e altri), grazie alla consulenza del prof Alessandro Barchiesi. Abbiamo poi dovuto fare i conti con le complessit­à del confronto tra lingue piene di sfumature, come la nostra e il latino, e lingue più essenziali, come l’inglese.»

Quanto è importante raccontare i particolar­i rispetto alla grande storia?

«È molto importante: i bambini devono scoprire epoche diverse dalla loro con piacere ed entusiasmo. La forza della progetto “Bambini nell’antichità” sta proprio nel mettere in dialogo gli elementi più significat­ivi della vita di un bambino contempora­neo — la famiglia, la scuola, i giochi, il cibo, i vestiti, la casa ecc. — con gli stessi elementi della vita di un bambino del passato. La distanza temporale con un passato anche molto remoto non è più un ostacolo alla curiosità dei piccoli ma diventa un terreno di esplorazio­ne piacevole e appassiona­nte».

Prossimi progetti di Lapis su Roma?

«Abbiamo appena inaugurato una nuova collana di storie decisament­e avventuros­e per bambini dagli otto anni in su, ambientate nella Roma imperiale, più precisamen­te nella Suburra, il quartiere più popolare e affollato dell’Urbe. Si intitola “All’ombra del Colosseo”, i testi sono di Valeria Conti, le illustrazi­oni di Giacomo Scoppola».

L’editore Rosaria Punzi: «Per parlare ai giovani bisogna essere chiari, accattivan­ti e rigorosi»

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Riti Eracle bambino (Capitolini). Sopra: illustrazi­one dal libro

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