La vicenda
omicidio «non è un gesto d’impeto ma viene pianificato a freddo, in maniera organizzata, con sopralluoghi ripetuti e automobili d’appoggio». Alcune vedette, da identificare, seguono Ascani e avvertono i mancati killer. E D’Arma, autore materiale degli spari (due colpi), urla ad Ascani: «Mo te ‘mpari a fa’ il prepotente». «L’esecuzione avviene in modo teatrale - scrive il gip - e a volto scoperto». Lo stesso Ascani lo racconta quasi incredulo a un amico: «Se t’ho solato du’ piotte o mezzo etto de roba e non te la voglio paga’, vengo e te sparo, ce po’ sta’, giusto? Ma pe ‘na freccia .... ».
Il seguito della storia sarebbe già scritto senza gl arresti. Ascani brama vendetta: «Non gliela posso fa’ passa’... 25 anni (di carcere, ndr) me li voglio fa’ tutti», tanto che, ancora convalescente, era già sulle piste dei suoi assalitori. Non lo dissuade neanche il possibile mediatore che gli indica un amico. La storia degli ultimi 20 anni mostra che le pax mafiose a Ostia, da ultima quella che provò a garantire a nome degli Spada, e a tutela dei suoi affari, Fabrizio Piscitelli Diabolik, sono assai fragili. Il Municipio del lido è oggi conteso più che mai.
● Il 20 aprile in un agguato in via Forni a Ostia viene ferito Paolo Ascani, cognato di Roberto Spada, boss detenuto in regime di carcere duro
● Ieri sono state arrestate tre persone per tentato omicidio. Tra questi c’è Girolamo FInizio, cognato di Angelo Senese, fratello del boss camorrista Michele o’Pazz
● Secondo le indagini della Dda e dei carabinieri, l’agguato sarebbe da inserire nella guerra per il controllo di Ostia, ora che i capi criminali storici sono tutti detenuti