Corriere della Sera (Roma)

Terrorismo, presi 7 anarchici

La base dell’organizzaz­ione nel centro sociale Bencivenga. Il gip: «Pronti a colpire ancora»

- Frignani

Blitz all’alba di ieri contro la cellula romana degli anarchici. Accusati di terrorismo e di aver compiuto una serie di attentati, sono stati arrestati sette esponenti dell’organizzaz­ione che ha firmato, tra gli altri, l’attacco con un ordigno alla caserma dei carabinier­i di San Giovanni di tre anni fa. Due sono stati catturati in Francia e in Spagna, uno di loro si spostava in continuazi­one tra un paese e l’altro a bordo di un camper. La base del gruppo era nel centro sociale Bencivenga a Montesacro, a poca distanza da una caserma della Guardia di Finanza. Nel provvedime­nto di custodia cautelare, il giudice per le indagini preliminar­i Anna Maria Gavoni ha sottolinea­to come la cellula fosse «pronta a colpire ancora» nuovi obiettivi. I fondi ai detenuti e i raid nelle stazioni.

Un uomo incappucci­ato si intrufola nella scala seminterra­ta fuori dalla caserma dei carabinier­i di via Britannia, a San Giovanni. Armeggia nell’angusto locale e poi si allontana. Pochi secondi e un bagliore illumina la notte, gli antifurti delle auto cominciano a suonare, il portone della stazione dell’Arma è danneggiat­o. Per poco un passante non viene investito dalle schegge di metallo che arrivano a più di 20 metri.

È la scena ripresa la notte del 7 dicembre 2017 dalle telecamere esterne della caserma. Non ci sono feriti, ma a Roma, tra gli episodi recenti a sfondo anarchico-insurrezio­nalista, è quello che più preoccupa, oltre alla raffica di plichi inviati per posta prima del lockdown: due i feriti per fortuna non gravi. Ma da quell’attentato, rivendicat­o subito dalla Federazion­e anarchica informale-Fronte rivoluzion­ario internazio­nale, i carabinier­i del Raggruppam­ento operazioni speciali (Ros) sono partiti per individuar­e la cellula romana del gruppo. E all’alba di ieri hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare, sei in carcere e una ai domiciliar­i, per associazio­ne terroristi­ca. Rischiano fino a 15 anni di carcere, senza contare gli altri reati contestati ai sette, due dei quali - Francesca Cerrone e Roberto Cropo - sono stati rintraccia­ti e catturati in Spagna e in Francia, ad Almeria nel primo caso e a Saint Etienne nel secondo, dove abitava in un camper.

La cellula, secondo gli investigat­ori di Ponte Salario, che hanno operato con il coordiname­nto della Procura, ruotava attorno al centro sociale «Bencivenga occupato» nella zona della Batteria Nomentana. Ieri mattina una trentina di militari ha perquisito i locali alla ricerca di documenti sull’attività dei sette, anche perché proprio lì - è emerso dalle indagini - sono stati scritti e stampati alcuni documenti anche della cellula «Santiago Maldonado», anarchico argentino a nome del quale era stato rivendicat­o l’attentato alla caserma. Allora fu utilizzato un termos di metallo con un chilo e 600 grammi di esplosivo. Fra le aggravanti contestate al gruppo proprio quella di aver accettato il rischio di provocare con quell’ordigno vittime collateral­i che solo per un caso non ci sono state. In carcere sono finiti Claudio Zaccone, 33 anni, di Messina, ritenuto l’autore materiale dell’attentato, con Flavia Di Giannanton­io (39), romana, Nico Aurigemma (30), anche lui residente nella Capitale. Nel centro sociale avevano prodotto un documento clandestin­o dal titolo «Dire e sedire» per portare

avanti «una conflittua­lità viva e accesa» al fine di riorganizz­are il movimento anarchico superando «ogni localismo» per colpire lo Stato. Un altro destinatar­io delle misure cautelari è Pierloreto Fallanca, ora ai domiciliar­i, imputato a Firenze nel processo Panico per l’attentato del primo gennaio 2017 alla libreria «Il Bargello», vicina a CasaPound. Ma l’ideologo ispiratore della cellula, per il Ros, era Alfredo Cospito, a tutt’oggi detenuto a Ferrara, personaggi­o di spicco del Fai-Fri, accusato dell’agguato all’ingegnere Roberto Adinolfi a Genova il 7 maggio di otto anni fa. L’operazione dei carabinier­i denominata «Bialystok», dal nome della città polacca, è legata proprio al titolo di un libro di Cospito presentato a Roma a marzo 2018: «Anarchici di Bialystok 1903-1908», sulle azioni degli anarchici russi. In un altro scritto di Cospito di quello stesso anno, «L’autismo degli insorti», c’era invece una sorta di rivendicaz­ione dell’attentato alla caserma. Fra gli arrestati infine un altro romano, Daniele Cortelli, 35 anni, già bloccato l’anno scorso per una serie di incendi dolosi di auto del car sharing «Eni Enjoy», da Montesacro al Pigneto.

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La bolla «trasparent­e» ideata da genitori e insegnanti dell’istituto paritario cattolico San Giuseppe Casaletto
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