Una «bolla» trasparente per proteggere gli alunni della scuola elementare
Nuove idee, per continuare ad andare a scuola anche con le regole imposte dal coronavirus, inventando e creando aule e luoghi che prima dell’epidemia non esistevano, perché serve urgentemente pensare a nuovi spazi, possibilmente all’aperto.
All’Istituto San Giuseppe Casaletto, scuola immersa nel verde della Valle dei Casali, hanno pensato a una bolla gonfiabile, trasportabile, in grado di fornire un riparo e di mantenere le temperature, fresco in estate e caldo in inverno. Si chiama bubble, ed è appunto una bolla trasparente che sarà montata in giardino diventando una nuova aula, che non sarà fatta di pareti e soffitto ma che permetterà, anzi, di sviluppare ancora di più la didattica Dada, acronimo di «Didattiche per ambienti di apprendimento», un modo di insegnare innovativo che riguarda anche i luoghi,
❞ Un giorno ci siamo guardate e ci siamo chieste che scuola avremmo voluto per i nostri figli Alessandra Pieri
ripensati come spazi per imparare, e che infatti prevede che siano gli studenti a cambiare classe a ogni lezione.
Tra gli inventori della Dada c’è Lidia Cangemi, preside del liceo Kennedy al Gianicolo dove con ogni probabilità verranno installate le stesse bolle ma più grandi. La dirigente assieme a tre mamme ha sviluppato il progetto Dada-logica,
adesso un marchio registrato specializzato nello studio e nella ricerca di modelli per la scuola, diventato realtà in questo istituto paritario cattolico di via del Casaletto, al Portuense.
«Un giorno, ormai un anno fa, ci siamo guardate - ricorda così l’esordio del progetto Alessandra Pieri, formatrice laureata in Scienze dell’educazione - e ci siamo chieste che scuola avremmo voluto per i nostri figli, cosa avremmo potuto fare per creare un luogo dei sogni anche per loro migliorando il modello pedagogico». Così con Francesca Petrei, ricercatrice all’Istat, Alessandra Ferrara, laureata in Economia gestionale alla Luiss, e la Cangemi hanno avviato il progetto: «La dirigente del San Giuseppe, Emanuela Corrao, si è rivelata subito apertissima a nuove iniziative e sperimentazioni», continua Alessandra.
La scuola accoglie 400 ragazzi, dalla materna al liceo, ma questo progetto della bolla Dada-logica in particolare riguarderà una prima elementare di 15 bambini che entreranno nell’istituto a settembre. La bolla diventerebbe, così, un modo per aumentare gli spazi a disposizione degli alunni e rispettare le distanze. «La parola d’ordine, per rispondere all’emergenza Covid, è moltiplicare gli spazi - conclude Alessandra -. All’estero queste bolle sono già molto diffuse anche per altri scopi, per esempio le usano anche nel deserto di Dubai. Lasciano il contatto con l’esterno e certo, anche esteticamente, non sono paragonabili a una tensostruttura».