«Sì, è vero: andavo veloce ma non mi faccio canne»
Interrogato dal gip il giovane che ha ucciso Mattia sulle strisce chilometri
Fuori, lo aspetta il papà. Dentro, in una stanza della palazzina del Tribunale ci sono invece un giudice per le indagini preliminari (Livio Sabatini) e un pubblico ministero che svolge approfondimenti nei suoi confronti (Antonio Cusani).
Federico Costantino, 22 anni, arrestato per l’omicidio di Mattia Roperto, 14, è in compagnia di uno dei suoi avvocati, Graziano Rondinello. Felpa e jeans, appare lucido e presente. Gli domandano se vuole rispondere alle domande e lui: «Sì, rispondo». Gli chiedono, poi, se ha capito l’accusa nei suoi confronti e lui, di nuovo, fa cenno di sì.
Sì, è una tragedia della velocità, quella di Mattia. E Costantino, qui, non si nasconde: «Andavo veloce, ho cercato di evitarli inutilmente» dice, consapevole di aver infranto quel limite di velocità che lì in quel punto di via Francesco Cilea, all’Infernetto, è, forse, una trasgressione condivisa. Trenta chilometri orari vorrebbero la norma e la segnaletica locali. Ma la Peugeot 108 di Costantino era lanciata fra i sessanta e i settanta all’ora con ogni probabilità. Lo diranno i risultati della consulenza tecnica disposta dalla Procura. Già parlano, in parte, i danni riportati dalla vettura: un cofano interamente rientrato e un vetro
La fiaccolata all’Infernetto sul luogo dove l’auto lanciata a forte velocità ha ucciso sulle strisce pedonali il 14enne Mattia orari la velocità alla quale sarebbe andata l’auto che ha travolto e ucciso il 14enne Mattia andato in frantumi, quasi esploso per la violenza dell’impatto.
Ma intanto, ascoltato il suo legale, Costantino si è difeso su altri due punti. Le tracce di cannabis a cui è risultato positivo e l’uso del cellulare alla guida che, pure, rientra tra le eventualità ipotizzate dagli investigatori della polizia municipale. «Non mi faccio canne — ha smentito il ragazzo — ma fumo. Qualcuno potrebbe avermi offerto una sigaretta modificata, con qualcosa dentro...» All’oscuro di tutto, possibile? Intossicato suo malgrado? Questo appare uno dei punti deboli della sua difesa. Mentre uno dei punti di forza è il suo profilo: Costantino è incensurato. Dal database della municipale non sono emersi precedenti nei suoi confronti.
Infine il telefonino, lo stesso che, in un’altro caso (sovrapponibile per la giovane età del guidatore), quello dell’incidente di corso Francia nel quale sono morte Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli e nel quale è coinvolto Pietro Genovese, figlio del regista Paolo, ha interessato gli investigatori. Ebbene, qui, Costantino ha negato con forza: «Non ero al cellulare» ha spiegato, escludendo di aver inviato messaggini whatsapp o simili.
Oggi è attesa la convalida del fermo dal parte del giudice, mentre l’inchiesta va avanti su una serie di fronti. Cusani ha chiesto di verificare se in zona fossero presenti le telecamere. L’immagine della Peugeot 108 che attraversa via Cilea potrebbe essere utile a una ricostruzione più precisa della dinamica dell’incidente.