Francesco Arpino: «Sono l’alieno del pop italiano»
Con un singolo 100 mila visualizzazioni
Ci sono circa centomila alieni tra di noi, tanti quanti negli ultimi giorni hanno ascoltato il nuovo singolo di Francesco Arpino lanciato in rete con un video clip firmato da Anonima Disegni. Canzoni per alieni, il brano realizzato con la partecipazione di Chris Thomas -nientemeno che il produttore di Elton John, Beatles e Pink Floyd- è anche la title track di un album di inediti in uscita a fine 2020. Un ritorno maturato dopo diversi anni che Francesco Arpino, già nuova proposta a Sanremo 2002 con la band OffSide e il pop di Quando una ragazza c’è, ha dedicato all’attività di arrangiatore e compositore per altri artisti e a quella di produttore nel suo studio di registrazione «Rock Me Amadeus» al quartiere Aurelio.
«Oggi mi sento un po’ alieno perché ascolto musica che non va di moda - raccontaSono un musicista, mi piace la musica suonata e quando ho scritto questo brano pendirezione savo fossimo rimasti in pochi. Invece, per come sta andato il singolo, devo ammettere che mi hanno smentito».
Un’apparente solitudine in buona compagnia e un curriculum che, dopo l’adolescenza romana, lo porta a Londra alla fine degli anni Novanta per vivere in prima persona la scena brit pop e poi tornare a casa a sviluppare le occasioni di una rete di contatti e collaborazioni con molti grandi nomi della musica internazionale. Si tratta ad esempio del bassista Phil Spalding (Elton John, Robbie Williams, Who), del chitarrista Phil Palmer (Bob Dylan, Frank Zappa, Dire Straits) e di Sean Lennon, figlio di John. Tutti e tre hanno contribuito al nuovo disco e in parte anche al singolo che lo anticipa, dove dice: «Scrivo canzoni per alieni come me/ Dove non parlo di problemi ma di soluzioni». «C’è un messaggio positivo che voglio diffondere. Credo nella legge dell’attrazione: se guardi in delle cose belle queste prima o poi arrivano, se invece ti rivolgi verso le brutture ne sarai contagiato».
Nella clip del singolo, girata in animazione, c’è un avatar di Francesco Arpino che si aggira in un deserto post apocalittico, ma in fondo alla strada lo attende un lieto fine. E ora che il futuro per i live è incerto, c’è spazio per l’ottimismo? «Penso che in autunno riusciremo a trovare delle soluzioni e voglio credere che torneremo ad avere le occasioni di prima della pandemia, anche se secondo me questa paura non è arrivata per caso, è servita ad insegnarci ad apprezzare di più quello che abbiamo».