M5S, in Comune è scontro tra governisti e ultrà
I dissidi tra Grillo e Di Battista si proiettano su Roma. Raggi confida nel mandato bis
C’è l’ala dei governisti che auspica un secondo mandato per Raggi anche per dare seguito alla propria esperienza politica. È il filone che collega il Garante, Beppe Grillo, alla sindaca passando da Luigi Di Maio, e trova in Campidoglio numerose sponde tra i consiglieri: dal capogruppo Giuliano Pacetti fino all’ex «lombardiano» Paolo Ferrara, ormai primo tifoso del mandato bis.
Dall’altra parte ci sono gli ultrà grillini che, sull’onda delle esternazioni di Alessandro Di Battista, ritengono il limite dei due mandati non derogabile perché «la politica non è una professione»: tra questi anche Max Bugani, capo staff di Raggi il cui incarico, a questo punto, sembra più che mai «a tempo».
C’è, però, anche chi accetta di muoversi dai principi delle origini, a patto che ci sia una riflessione più ampia sui temi, come sostiene Roberta Lombardi. Tra gli ortodossi rientrano per ora cinque-sei consiglieri tra cui una «schieratissima» Agnese Catini (come pure i presidenti del municipio V Giovanni Boccuzzi e del XV Stefano Simonelli), che preferirebbero la presidente del municipio VII, Monica Lozzi, a un bis di Raggi. In più, c’è lo strano caso del presidente dell’assemblea capitolina, Marcello De Vito: storicamente vicino a Lombardi, negli ultimi tempi ha dichiarato di essere d’accordo con un secondo mandato a Raggi, «seppure previa investitura della Rete», salvo poi entrare in conflitto con Pacetti, uno dei pretoriani della sindaca, sull’opportunità di abbandonare lo streaming per riaprire l’Aula al dibattito in presenza.
È accaduto ieri ed è segnale di una maggioranza grillina in cerca di nuovi equilibri a causa dello scossone che agita il M5S dal vertice alla base. Il capogruppo pentastellato difende l’opportunità di proseguire con le sedute da remoto «per tutelare i colleghi con patologie certificate, in allattamento o che convivono con genitori anziani». Oggi, è probabile che tra i 5S si conterà più di un assente alla prima convocazione fisica dopo il lockdown.
Intanto il caos generato dallo scontro Grillo-Di Battista si proietta su Roma che, ancora una volta, diventa laboratorio politico del Movimento in vista del secondo mandato di Raggi, un test che pesa anche sul destino di molti big del Parlamento. La sindaca, al momento, glissa sulla propria ricandidatura. Ma confida nel via libera forte dell’appoggio di pezzi da novanta come Di Maio, dell’apertura del reggente Vito Crimi e del «rap
La sindaca, Virginia Raggi, e al suo fianco Marcello De Vito, espulso dai 5 Stelle dopo essere stato accusato di corruzione nell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma porto speciale», come lo definiscono nel suo staff, con il premier Giuseppe Conte. In ogni caso, starebbe lavorando già al piano B, se il nullaosta non dovesse arrivare. Una corsa sostenuta da due liste civiche: una più a sinistra, legata al mondo del volontariato, e l’altra che guarda al centro, alle professioni e ai cattolici.