Bruno, Greta, Nita: salvati tre orsi bruni
Sfruttati e maltrattati in un circo della Lituania, sono stati trasferiti a Pescasseroli
Maltrattati e lasciati in condizioni precarie, costretti a passare le giornate in una «prigione» inadeguata alla loro natura. Tre orsi bruni sono stati salvati e portati nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. L’operazione internazionale si è conclusa ieri a Pescasseroli, stazione montana sede dell’oasi protetta. Per anni erano rimasti «detenuti» a Joniskis, cittadina della Lituania.
I tre plantigradi – un maschio e due femmine, uno degli esemplari di quasi 30 anni - sono stati sequestrati a un circense che li avrebbe sfruttati facendoli esibire nei circhi detenendoli in pessime condizioni: li costringeva a restare in ricoveri senza finestre, con recinzioni fatiscenti, inferriate arrugginite, nessuna vasca con l’acqua e neanche mangiatoie e abbeveratoi. La femmina più anziana (gli altri due orsi hanno un’età tra i 10 e i 15 anni) è stata trovata con i denti in cattivo stato, a dimostrazione di una dieta inadeguata e della mancanza di cure veterinarie.
Dopo mesi di preparazione e i ritardi per l’emergenza coronavirus, l’operazione di salvataggio è arrivata a una conclusione positiva. Gli esemplari non saranno fatti entrare in contatto con la popolazione di orso bruno marsicano e verranno tenuti in un’area appositamente costruita nel centro visite di Pescasseroli. Giunti in Abruzzo, hanno ricevuto anche un nome: Bruno il maschio, Nita la femmina giovane, Greta quella anziana.