Cacciatore abbandona M5S: «Raggi male, non solo sui rifiuti Ma se lo dico io, aiuto il Pd...»
Addio al M5S. Marco Cacciatore ha abbandonato il Movimento dopo un decennio. Lombardiano, presidente della X Commissione Urbanistica, politiche abitative e rifiuti, classe ’82, Cacciatore era stato già sospeso dai probiviri. Motivo? L’esposto presentato in Procura con al centro la delibera Raggi del 31 dicembre sulla nuova discarica Malagrotta 2, da cui è partita un’inchiesta. Perché va via dal M5S?
«La sospensione e la discussione sul Piano Rifiuti. Al riguardo ho chiesto al gruppo M5S Lazio di pronunciarsi pro o contro, come facevamo una volta, sugli emendamenti per rendere Roma autosufficiente nello smaltimento. All’unanimità mi è stato chiesto di non presentarli. Decisione comunicata con una mail nella notte di domenica 21 giugno, il giorno dopo scadevano i termini per gli
emendamenti. Il motivo?
«Le prossime elezioni di Roma».
Pure Roberta Lombardi era su questa posizione?
«Ha detto che aiutavo il Pd: lei e il gruppo si dimettano». Hai ricevuto altre chiamate dai vertici?
«No, messaggi di solidarietà, in amicizia».
C’è qualche sassolino che vuole togliersi dalla scarpa?
«Il problema è stato il rapporto con Roma. Una giunta che rispetto al suo programma ha fallito. Non solo sui rifiuti, ma sullo stadio della Roma e con il piano sfratti per 8mila famiglie targato Raggi. Infine, il mio ragionamento è politico: veramente il M5S non vota nel merito ma sulla base di calcoli politici se non addirittura elettorali? Se è così siamo la brutta copia di noi stessi».