Corriere della Sera (Roma)

«Mi scuso per la morte di Cerciello»

Uno dei due giovani americani, Elder, si pente e chiede perdono «alla famiglia e al mondo»

- Sacchetton­i

Non è il Finnegan Lee che siamo abituati a conoscere, quello che finora aveva descritto come ambigui i metodi utilizzati dai carabinier­i e che aveva respinto, con una certa spavalderi­a, le accuse che gli venivano mosse. Non è il bad

guy di sempre, quello dipendente da droghe e psicofarma­ci. Stavolta Elder è il ragazzo di buona famiglia che si dice pentito: «Quella notte prosegue - è stata la peggiore della mia vita non perché sono in prigione, lontano da tutti. I motivi sono altri: ho tolto la vita a una persona, ho tolto un marito a sua moglie, ho rotto un legame tra fratelli. E ho tolto un figlio a sua madre». Si scusa Elder con la vedova e con la famiglia Cerciello in generale. Nessun commento dalla vedova.

Sono trascorsi più di tredici mesi dalla notte del 26 luglio 2019, l’ultima di Mario Cerciello Rega (circa sei dall’avvio del processo nei confronti dei due americani accusati dell’omicidio) ed ecco che il pentimento si fa strada in Finnegan Lee Elder, il ventenne california­no chiamato in causa assieme all’amico Gabriel Christian Natale Hjort. Elder prende la parola durante l’udienza nell’aula Occorsio per fare alcune dichiarazi­oni spontanee: «Voglio chiedere scusa a tutti, alla famiglia Cerciello e ai suoi amici — dice —. Al mondo intero. Quella notte è stata la peggiore della mia vita e se potessi tornare indietro per cambiare le cose lo farei ora, ma non posso».

Non è il Finnegan Lee che siamo abituati a conoscere, quello che finora aveva descritto come ambigui i metodi utilizzati dai carabinier­i e che aveva respinto, con una certa spavalderi­a, le accuse che gli venivano mosse. Non è il giovane che si diceva nauseato dall’Italia, irritato dal suono del suo idioma, disgustato dalle sue abitudini. Il bad guy di sempre, quello dipendente da droghe e psicofarma­ci, sembra sparito. Stavolta è il ragazzo di buona famiglia che fa capolino: «Quella notte — prosegue — è stata la peggiore della mia vita non perché sono in prigione, lontano da tutti. I motivi sono altri: ho tolto la vita a una persona, ho tolto un marito a sua moglie, ho rotto un legame tra fratelli. E ho tolto un figlio a sua madre. Non potrò mai perdonarmi». Nell’aula siede Rosa Maria Esilio, vedova silenziosa del carabinier­e che preferisce non commentare ma che, certo, ascolta con attenzione: sono le prime parole di scusa che le vengono rivolte. «Spero che un giorno la famiglia di Cerciello potrà perdonarmi — va avanti Elder —. Quella notte sono stati commessi molti errori ma il mio è stato il più grande». Infine, tra le pieghe di un discorso che vuole essere sincero spunta una promessa infantile, il tentativo di disfare come per magia

❞ Finnegan Lee Elder Quella notte è stata la peggiore della mia vita e se potessi tornare indietro per cambiare le cose lo farei ora, ma non posso

quello che è stato compiuto. Così Elder chiude la sua breve apparizion­e: «Vorrei tornare indietro per cambiare le cose — assicura — ma non posso. Tutto ciò che posso dire è che provo del rimorso. Ciò che è successo mi ha cambiato per sempre e prometto di non commettere più questi errori».

Il suo difensore, l’avvocato Renato Borzone, siede ai primi posti, ascoltando paziente. Quindi Finnegan Lee torna in silenzio. Il processo può andare avanti. L’ultima udienza aveva visto le parti civili depositare la testimonia­nza di Ulisse D’Ercole, fermato da Cerciello quella notte: durante l’operazione il carabinier­e tirò fuori il tesserino identifica­ndosi. È certo che lo avesse con sé.

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Il vicebrigad­iere dei carabinier­i Mario Cerciello Rega, ucciso a 35 anni nella notte del 26 luglio 2019, con la moglie Rosa Maria Esilio: erano sposati da 43 giorni
Vittima Il vicebrigad­iere dei carabinier­i Mario Cerciello Rega, ucciso a 35 anni nella notte del 26 luglio 2019, con la moglie Rosa Maria Esilio: erano sposati da 43 giorni
 ?? (foto LaPresse) ?? Imputati Finnegan Lee Elder (a sinistra in camicia blu) è accusato con l’amico Gabriel Christian Natale Hjort (seduto in seconda fila, in camicia bianca) dell’omicidio del vicebrigad­iere dei carabinier­i Mario Cerciello Rega. Elder, ventenne california­no come Hjort, ieri in aula Occorsio per la prima volta ha chiesto scusa «alla famiglia e ai suoi amici», nonché «al mondo intero»
(foto LaPresse) Imputati Finnegan Lee Elder (a sinistra in camicia blu) è accusato con l’amico Gabriel Christian Natale Hjort (seduto in seconda fila, in camicia bianca) dell’omicidio del vicebrigad­iere dei carabinier­i Mario Cerciello Rega. Elder, ventenne california­no come Hjort, ieri in aula Occorsio per la prima volta ha chiesto scusa «alla famiglia e ai suoi amici», nonché «al mondo intero»
 ??  ?? Il clan Ciontoli con, in basso a destra, la vittima Marco Vannini. Secondo il pg, la famiglia ha sempre mentito in ogni processo finora celebrato. In alto, Vannini con la madre
Il clan Ciontoli con, in basso a destra, la vittima Marco Vannini. Secondo il pg, la famiglia ha sempre mentito in ogni processo finora celebrato. In alto, Vannini con la madre
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