Una serata per Franca Valeri e tutti gli ospiti di «Ebraica»
Ha chiuso con un tributo a Franca Valeri la tredicesima edizione del festival Ebraica. Nel Palazzo della Cultura si sono dati appuntamento ieri sera un attore, uno sceneggiatore e un regista uniti dall’ammirazione per la straordinaria attrice, prima della proiezione del documentario «In scena Franca Valeri» di Barbara Pozzoni. Sullo schermo e non solo, tornano ad intrecciarsi ricordi lontani e memorie recenti di una vita privata e professionale lunga un secolo. Ci sono Enrico Vanzina, Luca Verdone, e Urbano Barberini, arrivato con la moglie Viviana Broglio, che ha molto da dire dopo aver condiviso palchi e amicizia con una donna di carattere: «Aveva profondamente a cuore non solo il suo genio di autrice, ma il pubblico». Barberini legge brani di libri scritti dalla Valeri, come «Bugiarda no, reticente», e commenta spezzoni di commedie interpretate insieme: «Circa mille rappresentazioni, non ha mai saltato una replica. La felicità per me era lavorare con Franca, una persona veramente molto speciale», aggiunge, collegandosi al
Dibattito
Il pubblico che ha assistito all’incontro
tema centrale scelto per la rassegna del 2020. Al Portico d’Ottavia negli ultimi giorni sono passati scrittori, psichiatri, imprenditori, chef, e tutti hanno portato il proprio contributo al dibattito corale sulla felicità. La sera precedente, era stato il turno degli attori, in scena per un reading tratto dal romanzo di Eshkol Nevo «Il vocabolario dei desideri». Le voci di quattro interpreti e amici, Paola Tiziana Cruciani, Irene Ferri, Massimo Ghini e Massimo Wertmuller, per entrare nei meandri di un sentimento.