SERIE A, IL RITO VIOLATO
Come spiegare questo campionato di Serie A, che inizia stasera, al famoso marziano che Flaiano fece atterrare vicino a Villa Borghese? Non è facile capire che il centravanti e capitano della Roma, Edin Dzeko, è stato convocato per la «prima» di Verona ma in realtà è già della Juventus e aspetta soltanto che il Napoli e Milik mettano a posto vecchi conti economici come una coppia che si avvia al divorzio. Oppure che il nuovo acquisto Kumbulla è arrivato ma non può essere pronto, perché quest’anno il calciomercato durerà addirittura fino al 5 ottobre - ultima concessione alla pandemia che ha già sconvolto il campionato passato - e le squadre di oggi non saranno quelle di domani. Gli allenatori guadagnano bene, non c’è dubbio, ma lavorano in condizioni sempre più difficili. Si chiede loro lo spettacolo ma gli attori non possono fare le prove e recitano a braccio.
Quanto alla Lazio, al posto della prima giornata di campionato giocherà un’amichevole contro il Benevento, che metterà di fronte sulle panchine i due fratelli Inzaghi, Simone e Pippo. È un altro effetto collaterale: la Lazio doveva incontrare l’Inter e il Benevento debuttare con l’Atalanta, due squadre che hanno finito la stagione dopo le altre perché impegnate nelle Coppa europee e, perciò, accontentate quando hanno chiesto il rinvio. Un tempo la prima di campionato era un rito, adesso sembra una scocciatura necessaria, in attesa del calcio «vero».