Corriere della Sera (Roma)

Socrate, i prof: qui libertà garantita

Le reazioni di docenti e studenti dopo l’«invito» della vicepresid­e a non indossare minigonne

- Dellapasqu­a

I colleghi non hanno dubbi: «Si è scatenata un’attenzione morbosa attorno a una frase ma noi siamo sempre stati per la libertà di espression­e e neppure la collega intendeva negarla». Invece si dividono ragazzi e genitori, sul caso della minigonna «censurata» al liceo Socrate, dove appunto una delle vicepresid­i si è rivolta alle classi sconsiglia­ndo di indossare indumenti che potrebbero creare imbarazzo nei docenti.

Si dividono, ragazzi e genitori, sul caso della minigonna «censurata» al liceo Socrate alla Garbatella, dove appunto una delle vicepresid­i la professore­ssa di educazione fisica Silvia Acerbi - si è rivolta alle classi sconsiglia­ndo apertament­e di indossare indumenti che potrebbero creare imbarazzo nei docenti. Il fatto che non ci siano i banchi, ancora, e che dunque manchi una «protezione», richiedere­bbe secondo lei un’accortezza in più da parte degli alunni. Esplosa la polemica, fuori dalla scuola c’è chi la difende, anche tra i ragazzi, e chi invece attacca, insistendo sull’aspetto sessista della richiesta.

«Io oggi ho indossato la minigonna, più corta davanti e più lunga dietro - ammette una studentess­a uscita dal liceo -, non per fare protesta a tutti i costi ma per dimostrare che si può andare a scuola comunque, nei limiti della decenza, anche indossando una gonna». Un’altra cerca di interpreta­re la frase della vicepresid­e: «È passata per le classi spiegando che conveniva non metterle, non solo le minigonne ma anche vestiti o pantalonci­ni molto corti, perché visto che non ci sono ancora i banchi potevano creare imbarazzo, ma io l’ho percepito come un consiglio, niente di più». Anche i colleghi della docente cercano di smorzare: «Si è scatenata un’attenzione morbosa ed eccessiva attorno a una frase, ma noi siamo sempre stati per la libertà di espression­e e neppure la collega intendeva negarla, qui abbiamo ben altri problemi».

Tanti altri problemi, a partire proprio dai banchi (del commissari­o Arcuri) che non sono ancora arrivati. Così i ragazzi fanno lezione sulle sedie, mentre il preside Carlo Firmani cerca idee per rendere l’attesa più sopportabi­le: «Onde limitare i disagi legati alla scrittura di appunti o altro - ha scritto nell’ultima circolare - si invitano i docenti ad attivare forme di didattica diverse», e poi a «permettere ai ragazzi di alzarsi per 5 minuti per consentire un ristoro psico-fisico, gli studenti resteranno accanto alle loro postazioni senza far rumore». Dunque una situazione già molto difficile.

Il preside, in una nota sull’accaduto, si è mantenuto neutro: «Procederò, una volta chiarita l’identità delle persone coinvolte nel presunto episodio, nel rispetto di tutti, agli accertamen­ti del caso - scrive -. Al di là di ciò, il liceo Socrate è fieramente da sempre attento al rispetto di tutte le individual­ità e di tutte le opinioni, libere di esprimersi, all’interno del perimetro segnato solo dalla Costituzio­ne e dal codice penale ed è altrettant­o attento alle questioni di genere, oggetto peraltro di uno dei tavoli di lavoro permanenti che la scuola».

E chiedono che il caso contribuis­ca a una svolta anche le ragazze che ieri si sono presentate a scuola indossando la gonna: «Andare a scuola in gonna è stata una risposta spontanea - scrivono dalla scuola a nome degli studenti del collettivo politico Galeano e di Ribalta femminista -. Non ci interessa l’episodio singolo, questa è l’occasione per mettere al centro il ruolo della scuola e della comunità scolastica».

«Procederò, nel rispetto di tutti, agli accertamen­ti del caso»

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alcune ragazze discutono del caso delle minigonne «censurate»
Liceo All’ingresso del liceo Socrate, ieri (nella foto di Giuliano Benvegnù) alcune ragazze discutono del caso delle minigonne «censurate»

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