Amici e colleghi al Bilotti per la mostra «Cruor» di Renata Rampazzi
Stefano Corbetta, storia del silenzio
«Il silenzio parla e rivela di noi come nessun’altra condizione può fare» sostiene Stefano Corbetta, al suo terzo romanzo con «La Forma del Silenzio»
L’artista Renata Rampazzi con Roberto Bilotti nel corso della serata di inaugurazione
Tutti gli amici sono accorsi al Museo Carlo Bilotti per l’inaugurazione della mostra «Cruor» di Renata Rampazzi, a cura di Claudio Strinati, che ripercorre la battaglia che l’artista ha condotto sin dagli anni Settanta per le donne. In mostra 14 dipinti, 46 piccole tele, studi preparatori per l’istallazione composta da 36 garze: «Da un lato - scrive Strinati - sono connesse con una tradizione antichissima, dall’altro sono indipendenti da qualunque condizionamento storico». A festeggiare Renata c’erano le amiche di sempre Susanna Nobili e Flavia Biancheri, Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, Marica Bollea, Sancha Caetani, Marco Carniti, Maria Caronia, Maria Vittoria Marini Clarelli, Giacomo Marramao, Federica Mastroianni, Luce Monachesi, Giovanni Papi, Enzo Scotto Lavina, Aldo Tortorella, Chiara Valentini.
(Ponte alle Grazie), presentato dall’editor Claudio Ceciarelli nello spazio estivo dedicato alla cultura Play Ground Scalo 2020, a cura della libreria Giufà. Attraverso lo sguardo di Anna, l’autore rielabora intimamente l’identità del fratello Leo, ragazzo affetto da sordità scomparso 19 anni prima. (L.L.P.)