LA FUNZIONE DEI PARCHI IN CITTÀ
Con i suoi ottanta ettari di verde, Villa Borghese è uno dei parchi urbani più grandi di Roma. La sua importanza è data soprattutto dalla sua centralità. Ora, fino a metà dicembre, ospita anche una diffusa e originale mostra d’arte contemporanea che sembra voglia dialogare con quello scrigno di gioielli dell’arte classica che è la Galleria Borghese. Giacimento naturalistico ma anche magazzino culturale di grande valore: ma il parco è all’altezza del suo ruolo? Non sembra proprio. La contigua Valle Giulia resta da anni in un degrado che pare senza speranza e, entrando nella Villa, le cose non cambiano di molto. Viali, fontane, prati e alberature sono pervasi da una trascuratezza che fa venire in mente, per contrappasso, i parigini Jardins de Luxembourg dove squadre di manutentori puliscono periodicamente perfino le indicazioni che servono il parco. La cura di Villa Borghese è veramente troppo costosa per le casse del Campidoglio? O si tratta di una congenita mancanza di sensibilità per certi capitoli di spesa che riguardano in genere la manutenzione degli spazi pubblici? E il parco di Tormarancia, di oltre 200 ettari, salvato una ventina d’anni fa dalla prevista colata di cemento tra l’Appia Antica e l’Eur, deve continuare a restare una bandiera smunta a ricordo di una grande battaglia ecologista? Pochi investimenti potrebbero dare grandi risultati: è ora di riconoscere nei fatti il vero ruolo dei parchi in una metropoli.