Corriere della Sera (Roma)

Maxi-concorsi, inchiesta sulla Fiera di Roma

Maxi-concorsi, la Fiera di Roma sotto inchiesta

- Fiano

Turbativa d’asta e abuso d’uffcio sono le ipotesi sulle quali indaga la procura per l’assegnazio­ne senza bando di sette maxi concorsi della PA alla Fiera di Roma. Contro i criteri di affidament­o diretto e i costi dell’appalto, oltre 5 milioni di euro, l’Hotel Ergife ha vinto un primo ricorso al Tar e si è rivolto alla Corte dei Conti.

Sette maxi concorsi, oltre cinque milioni di costo totale per l’organizzaz­ione e il sospetto, al vaglio della magistratu­ra, che l’aggiudicaz­ione sia avvenuta in modo non limpido. Finisce in tribunale la competizio­ne finora solo di «mercato» tra l’Hotel Ergife e Fiera di Roma, con la prima che ha già ottenuto un primo, parziale, successo al Tar e aspetta ora i passi della procura e della Corte dei Conti, adombrando l’ipotesi della turbativa d’asta e di un corposo danno erariale dietro l’aggiudicaz­ione diretta (senza bando) fatta a vantaggio del polo fieristico di via Portuense.

La vicenda nasce il 24 gennaio scorso, quando il Formez, l’istituto in house della presidenza del Consiglio competente per la riforma della PA, pubblica l’avviso per l’affidament­o di sette concorsi da svolgersi nella Capitale: 2.329 posti per il ministero della Giustizia, 1.052 per il Mibact, 1.514 per il ministero del Lavoro, più altri quattro per «amministra­zioni centrali» non meglio specificat­e, stabilendo la somma totale di 5,2 milioni di euro per pagare i locali dove svolgere le prove e gli annessi servizi e forniture. L’assegnazio­ne, come detto senza bando, premia Fiera di Roma quale «unico operatore sul territorio avente le caratteris­tiche per eseguire tutti i servizi descritti». L’hotel di via Aurelia si rivolge al Tar tramite gli avvocati Matteo Melandri e Domenico Greco, ritenendo arbitraria la scelta e la irregolare procedura seguita: irragionev­oli i requisiti logistici (disponibil­ità di locali adiacenti sullo stesso piano e possibilit­à di bagni chimici), incompleta la documentaz­ione che ha dato l’impulso all’appalto (un «appunto» senza data certa e privo di una delibera del Cda), antieconom­ica la cifra stabilita (fino a tre volte superiore al prezzo di mercato secondo studi di settore). A riprova di quella che ritiene una ingiusta esclusione, Ergife elenca i tanti concorsi equiparabi­li per dimensioni ospitati anche di recente e anzi solleva dubbi sulla logistica della Fiera per la subsidenza dei terreni sui quali sorgono i padiglioni. Il Tar accoglie la richiesta di sospensiva («Non destituita di fondamento») e va anche oltre. Prima ancora della decisione nel merito, fissata al 20 novembre, la sezione prima bis parla di «evidente restrizion­e della concorrenz­a» e «atti non rinvenibil­i» tra quelli che hanno avviato il bando. Il Formez, tramite l’Avvocatura, ricorre al Consiglio di Stato che a suo vantaggio riconosce prevalente l’urgenza di bandire i concorsi. Ma anche lo stesso Formez sembra ora aver rallentato le procedure per le selezioni.

Intanto, anche la procura si è mossa. Il pm Gennaro Varone è titolare di un fascicolo per turbativa d’asta e abuso d’ufficio con delega di indagini al Nucleo di polizia economico e finanziari­a della Gdf e iscrizione, per ora a solo scopo esplorativ­o, a carico del rappresent­ante legale di Fiera di Roma. A fine 2019 altri tre concorsi sono stati assegnati da Formez a Fiera di Roma con costi analoghi e sono al vaglio della Corte dei Conti.

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