Un ragazzo di 17 anni racconta il prelievo nella palestra della scuola
Filippo: «Ho fatto il tampone, dopo mezz’ora era negativo»
Filippo G., 17 anni, studente di quinta del liceo Manara dove la Regione sta effettuando i tamponi rapidi, certo non immaginava di ritrovarsi un giorno - ieri - al centro di una di quelle scene che di solito si vedono nei film. La palestra della sua scuola trasformata in un grande laboratorio analisi, con laggiù in fondo, seduti ai banchi che li aspettavano, medici e infermieri dell’Asl bardati con camici, cuffie e visiere. E lui e i suoi compagni in fila, pronti ad avvicinarsi quando venivano chiamati per nome. «Filippo G.».
Allora com’è il tampone? Fa male come dicono?
«No, anzi è meno invasivo di come pensavo, non fa male: è qualcosa di molto simile al solletico, magari a chi ha il setto nasale stretto può dare un po’ più di fastidio, ma nulla di insopportabile».
Come funziona esattamente?
«Quella specie di cotton fioc è lungo come il palmo di una mano, circa. Lo inseriscono in una narice, e poi nell’altra, questione di pochi secondi, ed ecco fatto, finito». Temevi il risultato?
«No, sto sempre molto atsiamo tento e anche la mia famiglia. Ho fatto il test volentieri perché comunque è un’opportunità, ma ero quasi certo di essere negativo».
Come vi hanno dato la notizia dei test?
«In classe, dopo mezz’ora. Noi in realtà oggi (ieri, ndr) abbiamo fatto lezione regolarmente, quando ci hanno chiamati per i test c’era l’ora di Storia dell’arte. Così siamo tutti scesi in palestra, ma poi risaliti subito e abbiamo ripreso a studiare. Sì, forse in quell’attesa c’è chi si è un po’ agitato, anche perché i risultati ce li hanno comunicati i bidelli di volta in volta, un po’ sfalsati, ma comunque tutti abbiamo cercato di andare avanti con le lezioni».
Dopo i tanti casi nelle scuole, che clima si respira in classe?
«Nel mio liceo le misure di prevenzione stanno funzionando. Qui abbiamo due classi in quarantena: un ragazzo che - a quanto ne sappiamo aveva contratto il virus in una palestra quindi fuori dalla scuola e un’altra ragazza che si era fatta il test autonomamente. Ecco, in quelle stesse classi non ci sono stati contagi e al momento i tamponi dei loro compagni erano negativi. Quindi questo mi fa dire che, se stiamo attenti, la scuola così si può fare».
Come hanno organizzato le lezioni da voi?
«Usiamo i vecchi biposto per un solo alunno e la nostra classe è stata divisa in due, metà segue in classe e metà da casa. Ci sono stati problemi con la rete, ma poi il liceo ha fatto un contratto con la Tim e rispetto alla prima settimana va già molto meglio».
I test al Manara continuano anche oggi. Hai paura?
«I primi casi emersi sono stati falsi positivi: so di un’altra ragazza portata ieri allo Spallanzani per altri controlli, ma io dico che finché non ci sono casi eclatanti di contagio, bisogna continuare ad andare a scuola sentendosi sicuri e senza panico».
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Il giovane Qui ci sono due classi in quarantena per due infettati: un ragazzo e una ragazza ma non ci sono stati contagi tra i loro compagni. Se stiamo attenti, la scuola così si può fare