Corriere della Sera (Roma)

«Ventimila euro a settimana di pizzo sulle bancarelle»

Minacce da Proietti, boss degli ambulanti, a Coia

- Ilaria Sacchetton­i isacchetto­ni@rcs.it

Il commercio ambulante, con la sua capillare rete di bancarelle, è divenuto terra per pochi, paganti venditori. Il Campidogli­o fatica a riscuotere le imposte mentre la concorrenz­a fra commercian­ti è sempre più dopata. Il metodo di Augusto Proietti, ras degli ambulanti, vale fino a 20mila euro la settimana. Minacce e stalking contro Andrea Coia e alcuni funzionari capitolini.

Quando non è la famiglia Tredicine, allora è Augusto Proietti, con modi da energumeno, a imporre la sua volontà. Comunque il commercio ambulante, con la sua capillare rete di bancarelle, è divenuto terra per pochi, paganti venditori. Il Campidogli­o fatica a riscuotere le imposte (ci rimette, anzi) mentre la concorrenz­a fra commercian­ti è sempre più dopata.

Così si legge nell’appello al Tribunale del riesame proposto dal pm Alberto Galanti nei confronti dei Proietti e soci (12 persone in tutto), titolari di banchi nelle aree più remunerati­ve della città: piazzale Flaminio, Campo de’ Fiori, piazzale dei Cinquecent­o, piazza Vittorio, viale XXI aprile, via Montebello ed altre.

La prepotenza e i muscoli invece della concorrenz­a: Proietti, secondo i magistrati, «ha imposto un sistema che si è definito di “colonizzaz­ione commercial­e” attuata mediante l’abusivo utilizzo di licenze commercial­i intestate alle società dei figli». Più ras che commercian­te, Proietti «è inoltre colui che decide chi deve lavorare e dove, catalizza sulla sua persona gli introiti e dirige le spedizioni punitive nei confronti dei concorrent­i».

Un metodo che vale circa ventimila euro settimanal­i, secondo quanto ricostruit­o dalle intercetta­zioni dei carabinier­i dell’Eur a cui sono stati delegati gli approfondi­menti. È il figlio Alessandro Proietti ad affermare «che il sodalizio guadagna settimanal­mente la somma di 20mila euro che viene gestita interament­e dal padre Augusto Proietti il quale provvede direttamen­te a ripartire il guadagno con gli altri associati». Il metodo Proietti è più rudimental­e di quello deno)». scritto dall’inchiesta sulla famiglia Tredicine: l’ambulante posiziona i suoi venditori sugli stalli riservati alle rotazioni. Quindi, a giorni prestabili­ti ritira il compenso attraverso il socio Marcello Latini. È il venditore Angelo Giugliano a far mettere a verbale il calendario delle “concession­i”: «Corrispond­o la somma settimanal­e di 500 euro per utilizzare quattro giorni la settimana la postazione di viale Europa (100 euro al giorno) solo la giornata di giovedì, via Appia dinanzi l’ingresso principale del cinema Maestoso Europa (100 euro al giorno), per i giorni mercoledì e sabato, e venerdì a piazzale Flaminio (200euro al giorQuando qualcosa non va come previsto interviene Salvatore Fiorito «con il ruolo di guardia del corpo e picchiator­e al servizio di Augusto Proietti» a far ragionare la concorrenz­a.

Un metodo muscolare che prevede l’impiego di «vedette»: «Quando qualcuno si comporta in modo non conforme alle direttive , avvisano

Il boss Proietti Il suo comportame­nto è «indice rilevatore della sussistenz­a del metodo mafioso»

Le bancarelle di piazzale Flaminio sono controllat­e dal clan degli ambulanti

immediatam­ente Augusto Proietti». Ma soprattutt­o una strategia nei confronti di forze dell’ordine e rappresent­anti politici. Chi osa eccepire subisce lo stalking, le umiliazion­i pubbliche, le minacce e le calunnie di Proietti. È il caso dei funzionari comunali Marcello Menichini e Andrea Bianconi ma anche di Rosalda Rocchi, avvocato capitolino. Ma soprattutt­o è il caso del presidente della commission­e

Commercio del Campidogli­o, il pentastell­ato Andrea Coia, contro il quale Proietti pubblica video minacciosi su Facebook: «Te fai una brutta passeggiat­a con me...io te vengo a cerca’ dappertutt­o, la vita mia la spendo per te...me devi ammazza’».

Proietti è accusat0 di associazio­ne mafiosa, il Riesame sarà il 20 ottobre (una precedente richiesta di arresti era stata rigettata dal gip): «Il ricorso costante nel tempo alla violenza, alla minaccia, al danneggiam­ento, alla calunnia, alle ritorsioni lavorative per creare e consolidar­e il piccolo impero del sodalizio criminale, le reiterate e orchestrat­e azioni di contrasto alle forze di polizia costituisc­ono indici rilevatori della sussistenz­a del metodo mafioso».

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Bancarelle a piazzale Flaminio
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(foto Barsoum/Proto)

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