Shopping, pochi senza mascherine
Dal Corso a via Cola di Rienzo: primo giorno di protezioni obbligatorie, romani disciplinati
Nelle vie dello shopping da via del Corso a via Appia, i romani si sono mostrati disciplinati. A volte è bastato un cenno della mano, altre è stato sufficiente entrare nel campo visivo del trasgressore: i vigili urbani ieri sono di nuovo in strada anche per far rispettare l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto. Oltre 7 mila i controlli effettuati e solo 30 le persone sanzionate. Intanto ieri 261 nuovi positivi (112 a Roma) e 5 decessi per il Covid-19. Nella mappa del contagio le zone più colpite sono Parioli e Torre Angela.
A volte basta un cenno della mano a indicare il volto da coprire, altre è sufficiente entrare nel campo visivo del trasgressore perché questo si adegui. Abituati ai controlli anti ambulanti, anti gladiatori, anti borseggiatori, gli agenti della Municipale sono da ieri in strada anche per far rispettare l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto in vigore da venerdì sera. Oltre settemila i controlli effettuati, da via Appia al Flaminio, quasi sempre risolti con l’equivalente di un generico «circolare» a un’automobilista indisciplinato, solo 30 le persone sanzionate. Casi estremi in cui anche dopo che gli è stata fatta notare la mancanza, il trasgressore si è rifiutato di adeguarsi con il tristemente diffuso: «Tanto la multa non la pago», come capita di sentirsi rispondere anche in altre circostanze. Le multe, da 400 euro, sono divise tre centro storico, Ostia, II, VIII e XII municipio. Trattandosi di una norma nuova e così stringente, la linea dichiarata dal prefetto e dal Viminale è quella di sensibilizzare e informare, prima che reprimere. Ciascun gruppo territoriale della polizia locale è impegnato con pattuglie dedicate in ogni turno nei principali luoghi di aggregazione. Da questa settimana i controlli verranno estesi e resi più stringenti.
E a seguire gli agenti nei loro controlli lungo via dei Fori Imperiali sembra che l’approccio soft sia per ora sufficiente. «Ormai tutti, romani e turisti, hanno con sé la protezione per naso e bocca, ma non sempre la usano — ragiona uno degli agenti —. Un po’ come andare in scooter con il casco slacciato o appeso al braccio». Quanto poi sia superficialità, ignoranza o presunta furberia è difficile dirlo. «Ma davvero devo tenerla sempre su?», chiede una signora che è ferma a guardare il Colosseo. E sembra sincera quando aggiunge: «Sono di Brescia, ho sentito dell’ordinanza ma pensavo che valesse solo nei luoghi affollati». La giornata di vento e pioggia a tratti ha in parte scoraggiato il passeggio del sabato per acquisti o commissioni, ma attorno all’ora di pranzo nel tratto pedonale di via del Corso c’è il solito assembramento in cammino. Impossibile fare una statistica attendibile, ma a conferma di quanto sia diffuso l’uso della mascherina, salta subito all’occhio chi non ce l’ha. Come il ragazzo che slalomeggia tra i pedoni in monopattino o il mimo fermo immobile pronto a sorpren
dere con un piccolo scatto chi si avvicini incuriosito.
Davanti alla Fontana di Trevi la reprimenda della pattuglia di vigili si trasforma in comprensione quando la coppia sorpresa a scoprirsi il volto (altro che trasgressivi spogliarelli nella vasca) mostra il telefono gia impostato sullo scatto per un selfie romantico. Il tempo di un click e si ricoprono. Su via Cola di Rienzo una mamma riprende il figlio che, sulla soglia di ingresso di un negozio, ci mette un po’ a cercare la mascherina, che infine tira fuori dalla tasca: «Gli dico di tenerla sempre su anche perché è più fastidioso ripescarla ogni volta. Ma ce ne vuole prima che si abitui...». Seduti a un bar due amici avanti con gli anni hanno le proprie Dpi abbassate sul pomo d’Adamo «ma solo per prendere il caffè!», si affrettano a precisare. Poi indicano un gruppo di 20enni che usano la mascherina come copri gomito: «Mica come questi che se ne fregano...».
L’impressione è che la consapevolezza di non poter girare senza supererà presto anche le ultime resistenze ad adeguarsi. E per chi non lo capisse, c’è l’urlaccio che rimbomba alla fermata del bus 81: «Ahò, te le metti sta mascherina?».