Covid, Vaia: «Agire sui trasporti»
«A bordo distanziamento inattuabile, si deve intervenire sugli orari di scuole, negozi e uffici»
«La capienza all’80% dei mezzi pubblici è un grandissimo errore. Bus e tram, treni e metropolitane sono strapieni, con la conseguenza che non è possibile mantenere la regola anticontagio più importante, ovvero quella del distanziamento»: i trasporti preoccupano il direttore sanitario dell’Istituto per le malattie infettive Spallanzani, Francesco Vaia. «Adesso l’unica soluzione - continua - è avere il coraggio di parametrare diversamente gli orari di ingresso e di uscita di scuole, uffici e negozi, in modo da consentire uno scaglionamento reale».
«Lo sostegno da maggio: il sistema dei trasporti pubblici con la capienza all’80% non può andare. È sbagliato. È un grave errore. E la ragione è molto semplice: in questo modo non si consente il rispetto della regola più importante per prevenire il contagio da coronavirus che è, e resta, quella del distanziamento sociale». Il primo appello di Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani, al riguardo era arrivato mesi fa, quando ancora la riapertura delle scuole era un obiettivo lontano. «Ma purtroppo - è l’amara constatazione - è rimasto inascoltato. E invece si è confermato il ballon d’essai».
Adesso è troppo tardi per sperare in una riduzione della capienza su bus e tram?
«Adesso vedo un’unica soluzione possibile: avere il coraggio di parametrare diversamente gli orari degli ingressi e uscite di scuole, uffici, fabbriche, negozi. In modo da avere uno scaglionamento reale.
Il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia, apprezza il lavoro svolto nelle scuole con l’avvio dei nuovi test salivari Sono da sempre un utente dei mezzi pubblici, prendevo il treno anche per raggiungere Roma da Napoli, ma vagoni, metro e bus sono strapieni e non va bene. In questa fase, in attesa che si proceda all’acquisto di nuovi mezzi, c’è bisogno di un sacrificio da parte di tutti: solo così potremo convivere con questo commensale che è ancora tra noi e solo così potremo evitare chiusure».
Il pensiero va subito al rischio che corre la scuola.
«La scuola va salvaguardata. Se tra i banchi spunta un positivo, il contagio non è avvenuto a scuola, ma ci è stato portato. E in quel caso il tracing deve scattare solo nella classe, che chiuderà, non nell’intero istituto, che deve invece rimanere aperto. E perché questo accada ci deve essere una grande responsabilità individuale dei genitori che devono essere le prime sentinelle».
Come sta andando l’indagine con i test salivari sugli studenti?
«Sarà che sono nonno e certe scene mi colpiscono, ma
A bordo adesso non si consente il rispetto della distanza
Francesco Vaia
le modalità con cui il personale approccia specie i più piccoli, per i quali il test è indicato perché poco invasivo, sono incredibili. Sembra un gioco, sembra una festa. Da un punto di vista sanitario poi c’è una novità. Se il risultato dovesse essere positivo non ci si dovrà più sottoporre al tampone perché la conferma molecolare arriverà dallo stesso campione di saliva già prelevato».
Il numero dei contagi giornalieri continua a crescere.
«Siamo in un punto di crescita costante, non drammatico intendiamoci, ma figlio della trasmissione intrafamiliare e della coda dei contagi avvenuti durante le vacanze estive. Non bisogna allarmarsi, non bisogna cedere al panico e non bisogna affollare i drive-in, altrimenti c’è il rischio che la sanità scoppi. I giovani dal canto loro, con i quali non serve un esercizio muscolare di azione pubblica, devono prendere coscienza che il rispetto delle regole eviterà il pericolo. E che loro, come tutti, devono indossare sempre la mascherina, al chiuso o all’aperto, quando si è in presenza di altre persone».
Cosa bisogna aspettarsi nell’ottica dell’arrivo del picco dell’influenza stagionale?
«Nei prossimi mesi, con
l’inizio della stagione fredda e dell’inverno, aumenterà la presenza di virus. Per questo è importante la campagna di vaccinazione, soprattutto per le categorie a rischio. Il pericolo sarà l’affollamento degli ospedali che altrimenti potrebbero entrare in sofferenza. Sarà importante vaccinarsi, sia perché il vaccino è utile ad alzare le difese immunitarie, sia perché consente una diagnosi differenziata con il Covid, sia per evitare il collasso del sistema sanitario».
In attesa del vaccino anti Covid-19 che in Italia proprio lo Spallanzani sta testando sull’uomo da fine agosto, le cure hanno fatto progressi. Molti, da Berlusconi a Trump, sono stati curati con gli anticorpi monoclonali. Quali speranze da queste terapie?
«Io sono favorevole agli anticorpi monoclonali. Anche lo Spallanzani ne ha fatto uso, come altri centri. Sono naturali perché vengono cercati nel plasma dei pazienti guariti o vengono creati in vitro. Hanno la capacità di essere neutralizzanti».
Cosa intende per neutralizzanti? Sono in grado di sconfiggere il coronavirus?
«Quando gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario dell’individuo non bastano, i monoclonali sono in grado di bloccare la replicazione del virus. E finora abbiamo avuto modo di osservare che con il coronavirus funzionano molto bene».
Un’arma in più a disposizione della medicina in questa battaglia?
«Oggi, grazie proprio alle terapie, possiamo battere il Covid-19».