Corriere della Sera (Roma)

LE ROMANE DIETRO ALLE BIG

- Di Giuseppe Toti

Nemmeno il sogno scudetto accarezzat­o per metà stagione e il ritorno in Champions tredici anni dopo l’ultima apparizion­e hanno scosso Lotito. Fedele ai suoi standard, affilati nel corso di oltre tre lustri alla guida del club, il presidente della Lazio non ha compiuto quel salto di qualità sempre invocato dal pubblico biancocele­ste. Perso beffardame­nte David Silva, l’unica star trattata, il mercato del patron è scivolato verso rinforzi di medio livello, scontentan­do il tecnico - Simone Inzaghi che stavolta aveva creduto in un poderoso scatto in avanti. La campagna acquisti della Lazio oscilla così tra il deludente e l’inadeguato, e l’impression­e viene supportata anche da quanto visto nelle prime tre giornate di campionato.

Meglio, alla fine, si è comportata la Roma. Pure senza particolar­i acuti, la società gialloross­a con il colpo in extremis di Smalling conferisce robustezza all’organico a disposizio­ne dell’allenatore - Paulo Fonseca - e definisce più compiutame­nte un percorso che ha mescolato grandi giocatori (Pedro) e promettent­i talenti (Kumbulla). Considerat­e le difficoltà, scaturite dal passaggio di proprietà e dalla pesantissi­ma situazione debitoria che grava sul club, il giudizio non può essere negativo. In ogni caso, per entrambe entrare quest’anno fra le prime quattro sarà complicato. Al momento, Atalanta, Milan e Napoli, oltre a Juventus e Inter, hanno almeno mezza marcia in più.

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