Tra le bancarelle di Testaccio
Dalla trippa alle ciambelle piatti in versione gourmet
Molto più di un semplice mercato rionale – se ne è accorta anche la rivista internazionale di viaggi Condé Nast Traveler, che l’ha inserito nella lista dei migliori al mondo – il Mercato Testaccio racchiude in una sessantina di banchi tutte le anime di uno dei quartieri più antichi e vivaci della città, tra artigianato, gastronomia e archeologia (nei sotterranei custodisce un horreum, magazzino di stoccaggio di epoca romana, con centinaia di anfore e reperti).
Il Covid, in realtà, non l’ha mai fermato. «Durante il lockdown i banchi alimentari e di prima necessità sono rimasti aperti – raccontano i commercianti – e anzi molti abitanti della zona, costretti a non allontanarsi da casa, hanno riscoperto il mercato, che adesso è più vivo che mai». Con le sue specialità romanesche del leggendario box «Mordi e vai» – tutti lo chiamano semplicemente «da Sergio» – con i suoi panini che trasudano tradizione: dalla trippa al sugo alle polpette di bollito, dalla coratella all’allesso di scottona. O con l’attitudine bio di banchi come «Zoé» (che significa «essenza della vita»), la prima osteria vegetariana di Testaccio: un tripudio di frutta e verdura che finiscono in gustosi estratti, centrifughe, insalate, macedonie e sandwich gourmet. E con la ricerca gastronomica contemporanea di «Food box», un contenitore di bontà (come suggerisce già il nome) guidato dallo chef Marco Morello, che ospita anche i famosi supplì di Arcangelo Dandini. Poi «Bucolica», la ciambelleria che serve donuts dolci e salati. E tra gli ultimi arrivati c’è «Tozzo», con deliziose parmigiane, pollo alla cacciatora e prodotti dop.
«Si cammina distanziati, mani igienizzate e mascherina sul volto ma il mercato rimane il cuore pulsante del rione - garantiscono ai banchi -. E da settembre siamo aperti tutti i weekend, il venerdì e sabato, fino alle 23. Con musica dal vivo, laboratori artigianali e degustazioni».
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