Vespucci, mascherine al banco Sbarrati i plessi dell’Avogadro
Al Vespucci mascherine al banco
Gli istituti scolastici che hanno ripreso le lezioni in aula provano ad attuare (ulteriori) forme di difesa dal Covid-19. E, ancora una volta, vince il fai-da-te: all’alberghiero Vespucci la preside ha stabilito l’obbligo di mascherina anche al banco. «Chiuso» l’Avogadro: come in altre scuole si prosegue con la didattica a distanza.
«Chiude» il liceo Avogadro a Coppedè, con didattica a distanza per tutte le classi, anche quelle non in quarantena, c’è un primo caso positivo - uno studente - alla Sapienza che ha portato all’isolamento di cinque persone e al controllo di altre 15, mentre l’alberghiero Vespucci di Casal Bruciato pur senza casi positivi interni stabilisce l’uso della mascherina al banco e al liceo Cavour in via delle Carine una classe è in quarantena.
Dunque aumentano le scuole che, visti i molti contagi, ricorrono alla didattica a distanza. Una soluzione proposta per la maggior parte delle classi al Montale di Bravetta e al Russell sulla Tuscolana, oltre che all’Avogadro. «Sappiamo che resteremo a casa tutta questa settimana - raccontano spaesati i ragazzi -. Sulla prossima non ci sono certezze, navighiamo a vista». L’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, calcola 380 casi positivi in circa 300 scuole (86% studenti e 14% personale), che rappresentano l’8% dei contagiati totali. L’alberghiero Vespucci, intanto, precorre i tempi, con la preside Maria Teresa Corea che ieri ha firmato la circolare sull’uso delle protezioni: «Considerata la crescita dei contagi, si ribadisce la necessità dell’uso delle mascherine durante l’attività didattica. Inoltre gli alunni devono mantenere le postazioni date nel rispetto della distanza prevista». Corea sceglie la strada della prudenza, ma le distanze nel suo alberghiero, con le classi sdoppiate, sarebbero già rispettate: «Certo non posso obbligarli, i ragazzi - spiega - ma spero rispettino questo invito, è più opportuno indossare sempre la mascherina e toglierla quando ne sentono davvero la necessità». Ha dovuto chiudere, invece, l’agrario Domizia Lucilla a Monte Ciocci, dove Corea è preside reggente: «Un solo ragazzo positivo ma la scuola è piccola, solo otto classi, e gli insegnanti ruotano, con 12 docenti in quarantena non possiamo organizzare le lezioni…». Emergenza docenti su cui interviene Carlo Rossi del coordinamento dei presidenti dei consigli di istituto di Roma e del Lazio: «Stiamo vivendo emergenze continue di classi o studenti in quarantena per contagi importati dall’esterno e che coinvolgono anche docenti che per prevenzione sono tenuti a restare a casa, ma un docente a casa si traduce in meno didattica per più classi».
Sull’uso delle mascherine, una storia controcorrente arriva da Bracciano. Il preside di una scuola superiore ha chiamato i carabinieri per convincere, o meglio obbligare, un suo professore a indossare la mascherina specie durante gli spostamenti. Il professore, romano, neppure davanti alle forze dell’ordine ha voluto seguire le regole e così stato multato, articolo 4 comma 1 della legge 35/2020 che prevede una sanzione minima di 400 euro. Protesta, poi, l’Usb, che ha proclamato lo stato agitazione nelle scuole dell’infanzia di Roma perché «non sono garantiti standard sicurezza».