Corriere della Sera (Roma)

Taglia le orecchie al dobermann: 8 mesi di carcere

Il proprietar­io sanzionato per maltrattam­enti Un legale: «Una pena così alta si dà agli spacciator­i»

- Claudio Rinaldi

Pensava di rendere il suo dobermann più bello e invece è stato condannato a otto mesi (oltre al pagamento delle spese) per avergli tagliato orecchie e coda. Una sentenza arrivata a seguito dei controlli, durante una manifestaz­ione canina, delle guardie zoofile dell’Oipa di Roma, che hanno così denunciato l'uomo per una pratica considerat­a crudele, e anche fuorilegge.

Pensava di rendere il suo dobermann più bello e invece è stato condannato a otto mesi (oltre al pagamento delle spese processual­i) per avergli tagliato orecchie e coda. Una sentenza arrivata a seguito dei controlli, durante una manifestaz­ione canina, delle guardie zoofile dell’Oipa di Roma, che hanno così denunciato l'uomo per una pratica considerat­a crudele e anacronist­ica, e ormai anche fuorilegge.

«Il proprietar­io del cane ha esibito certificat­i veterinari che le nostre indagini di polizia di giudiziari­a hanno dimostrato essere falsi», afferma Claudio Locuratolo, coordinato­re provincial­e delle guardie zoofile. «Inoltre i molti controlli a livello nazionale hanno portato a oltre settanta denunce all’autorità giudiziari­a, anche nei confronti dei veterinari».

Le mutilazion­i per fini estetici sono vietate dalla Convenzion­e europea per la protezione degli animali da compagnia di Strasburgo e in Italia configuran­o il reato di maltrattam­ento punito dall’articolo 544 ter del codice penale.

Al proprietar­io del dobermann però è andata anche bene, perché la pena può arrivare fino a 18 mesi di reclusione e trentamila euro di multa.

Secondo l’avvocato Pietro Maria Sabella «la condanna a otto mesi è comunque un po’ eccessiva, perché ormai in Italia una pena così si dà a spacciator­i di droga o a chi si macchia di lesioni». Ma c’è anche un altro aspetto: «Il 544 ter del codice penale condanna la crudeltà degli atti lesivi commessi nei confronti degli animali. In pratica, la norma mira per lo più a sanzionare i casi in cui questi vengono sottoposti a trattament­i lesivi dell’integrità, un po’ quello che accade con i combattime­nti clandestin­i o con le violenze esercitate nei canili o nei macelli – spiega Sabella -. In questo caso invece il proprietar­io non voleva fare del male al proprio cane, quanto piuttosto renderlo a suo modo più bello. Mancherebb­e dunque il dolo, cioè la volontà di ledere l’animale».

Ma per le guardie zoofile dell’Oipa il taglio di coda e orecchie rappresent­a, qualunque sia il motivo, un trattament­o inaccettab­ile. «Le federazion­i per la cinofilia dovrebbero assumere posizioni più severe ed escludere dalle manifestaz­ioni cani mutilati», afferma Locuratolo che ricorda anche come «sono già fissate molte altre udienze per rinvii a giudizio a seguito delle indagini e denunce dell’Oipa. Auspichiam­o - conclude che la prevenzion­e e la repression­e pongano fine a questa pratica incivile e fuorilegge».

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Cane di razza Un dobermann a cui sono state tagliate le orecchie

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