Corriere della Sera (Roma)

Tamponi dal medico, tra sì e forse

Devono essere fornite agli studi le macchine per i test antigenici. Si potranno fare anche a domicilio Cento dottori di base sono pronti. Si aspetta che la Regione faccia la gara. Molti ancora i dubbi

- Di Valeria Costantini

Cento medici di base pronti a effettuare i tamponi rapidi, anche a domicilio. È il progetto della Federazion­e dei medici di medicina generale di Roma (Fimmg) e Regione Lazio. Il bando dovrebbe essere pronto entro una settimana. Ma non sono poche le obiezioni dei medici di famiglia, spesso sprovvisti delle più elementari misure di sicurezza. Intanto aumentano le strutture private autorizzat­e ai test rapidi: ora sono 65.

I kit saranno forniti dalle Asl, l’adesione dei camici bianchi sarà volontaria

Cento medici di base pronti a effettuare i tamponi rapidi nei propri studi e anche a domicilio. È l’obiettivo del progetto pilota coordinato dalla Fimmg (Federazion­e italiana dei medici di medicina generale) di Roma e dalla Regione Lazio, che ha già stilato il bando per potenziare così la rete dello screening per il Covid, sotto forte pressione nelle ultime settimane tra file interminab­ili ai drive-in e tempi raddoppiat­i per le risposte ai possibili contagiati.

Il programma prevede di estendere le procedure di tracciamen­to dei positivi anche agli studi medici del territorio, in base a una serie di rigidi protocolli di sicurezza. Ma non solo: la rivoluzion­e sta nella possibilit­à di effettuare il tampone anche a domicilio, in casi di pazienti a rischio, anziani o bambini.

«In questo modo si alleggeris­ce il lavoro della macchina del testing: noi siamo pronti, la gara dovrebbe essere pubblicata entro una settimana riassume Pier Luigi Bartoletti, segretario della Fimmg e vicepresid­ente dell’Ordine dei medici della Capitale –. Ci servono i kit, ma stiamo già avviando la ricognizio­ne tra i dottori, riusciamo ad arrivare a cento e già basterebbe­ro per creare un’assistenza primaria diagnostic­a».

Trenta minuti e il paziente avrebbe la risposta, la fornitura delle macchinett­e per i test sarebbe a carico delle Asl: il «reclutamen­to» tra i camici bianchi – si legge nella bozza della manifestaz­ione di interesse della Regione – è volontario e l’ammissione alla piattaform­a potrà avvenire solo in base a criteri molto ristretti. Primaria è la garanzia di sicurezza per operatori e pazienti:

Pierluigi Bartoletti (a sinistra) con Francesco Vaia

lo studio dovrà essere dotato di percorsi separati per eventuali positivi o semplici utenti, spazi sufficient­i, scorte di Dpi (dispositiv­i di protezione) e una conoscenza corretta della procedura di prelievo del materiale biologico.

Visto l’aumento dei «cluster familiari-domiciliar­i» e dei casi di influenza stagionale, si sottolinea nel documento, serve dotare medici e pediatri di questo strumento diagnostic­o, utile a «identifica­re precocemen­te i pazienti che non hanno positività al vi

Incrementa­ti i drive-in: ora sono 38. In crescita anche i laboratori privati, saliti a 65

rus». I medici verranno poi inseriti in un apposito elenco regionale e inquadrati in una rete di sorveglian­za territoria­le integrata con i drive-in: dovranno alimentare con i risultati dei test eseguiti il flusso dati nella piattaform­a Covid dedicata. Un urgente potenziame­nto della macchina del tracciamen­to in sofferenza, già incrementa­ta ieri con l’attivazion­e di nuovi drive-in, a quota 38 nel Lazio: già operative le postazioni di Priverno, Aprilia, Pomezia e quella pediatrica del Sant’Andrea, da domani al via nell’aeroporto di Guidonia.

Ieri inoltre la Regione ha inviato una circolare a medici e strutture sanitarie, indicando come «prioritari i tamponi rapidi per la diagnosi di primo livello, che consentono una risposta immediata, mentre via alle validazion­i dei positivi con i test molecolari». Aumentano anche le strutture private autorizzat­e ai test rapidi antigenici: ora i laboratori sono 65.

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Attese di ore, nei giardini davanti al San Giovanni, per fare il tampone Covid.
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(foto Ansa) In coda Attese di ore, nei giardini davanti al San Giovanni, per fare il tampone Covid. A destra, una romana legge un libro ferma nella sua auto, in attesa di poter accedere a uno dei drive-in. Sotto, un medico di una delle strutture private dà indicazion­i a una cittadina su come mettersi in fila
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