RUNNER, MASCHERINE E CIVILTÀ REGOLE E BUONA EDUCAZIONE
Caro Conti, la nuova ordinanza della Regione Lazio che obbliga all’uso della mascherina all’aperto è in vigore da giorni ormai, ora ci sono anche le misure del governo, e i romani hanno anche questa volta dato prova di senso civico. C’è però un piccolo «focolaio di intolleranza» che sta prepotentemente ritornando, sepolto dopo mesi di emergenza sanitaria: la persecuzione contro il runner, «colpevole» di non indossare il dispositivo di protezione individuale imposto dalle autorità competenti. Mi è bastato correre (da solo e distanziato) in un parco cittadino per attirare occhiate di sdegno e disapprovazione. Posso utilizzare la sua rubrica per dire, ancora una volta che runner e ciclisti non sono untori, ma semplici cittadini che fanno del sano sport? Francesco Liberatore
Come ha spiegato ieri chiaramente Fiorenza Sarzanini sulle pagine nazionali, chiunque faccia sport al chiuso o all’aperto non deve indossare la mascherina se osserva la distanza di 2 metri. Quindi lei ha ragione. Ma ammetterà che tanti runner seguono un «loro» percorso personale, sfiorano chi passeggia, spesso purtroppo sputano per terra. Dunque runner senza mascherina, ma con civiltà.