Covid, Rt sale: 1,19 D’Amato: adesso settimane difficili
Su l’indice del contagio. Nel Lazio 31 focolai
I “segnali di allarme” sono tutti ai massimi livelli. L’indice Rt – che misura la contagiosità del virus – è passato da 1.09 a 1.19 in sette giorni. Si contano 31 focolai in tutta la regione, dopo Latina, anche Rieti e Viterbo valutano restrizioni. «Bisogna mantenere alta l’attenzione, ci attenderanno settimane molto difficili», avvisa Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità. Ieri 387 casi nel Lazio, 131 dei quali a Roma. Continuano le file ai drive-in, intanto diventati 50.
I «segnali di allarme» sono tutti ai massimi livelli. L’indice Rt – che misura la contagiosità del virus – è passato da 1.09 a 1.19 in sette giorni. Nella regione si contano 31 focolai, mentre il tracciamento dei positivi si impantana nei drive-in e aumentano i letti occupati nei reparti Covid. Dopo l’area di Latina, già interessata da restrizioni, ci sono altre due province in allerta: Rieti, dove c’è un cluster, non il primo, nella Rsa «Il Giardino» nel piccolo comune di Concerviano, con 25 contagi tra ospiti e operatori, e Viterbo che conta 44 casi, di cui 12 emersi in una palestra a Nepi (chiusa) e tre legati a un battesimo. Vertice tra prefettura, Asl e sindaci del territorio ieri per decidere eventuali contromisure da adottare: al vaglio coprifuoco e numero chiuso per i locali. «Bisogna mantenere alta l’attenzione, ci attenderanno settimane molto difficili», avvisa Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità, alle prese da giorni con l’emergenza-tamponi (il record a 14mila). Potenziati fino a quota 50 i drive-in, dove però restano critici i problemi ressa e code. «Sette ore di fila con due bambini all’area test di Fiumicino, eravamo in trappola, perché quando sei incolonnata non puoi più uscire – racconta l’odissea Giulia, docente di 41 anni, bloccata all’aeroporto per i controlli sanitari –. Mia figlia aveva un po’ di febbre e senza tampone e certificato non poteva tornare in classe. Siamo rimasti in ostaggio dalle 17 alla mezzanotte, senza cibo, senza acqua e andare alla toilette significava fare un’altra coda e rischiare il contagio». Cinque ore di attesa anche al Forlanini, 60 auto e tanta pazienza tra i cittadini : «Siamo qui dalle 5 e mio marito, che è spagnolo, ha dovuto anche pagare per il test, ma lo facciamo perché serve a tutti», racconta Claudia, 50 anni e il timore legato a un contatto sospetto. Serpentone di due chilometri pure per riuscire ad arrivare al presidio Asl di via del Clauzetto a Labaro.
Ieri intanto la Regione ha pubblicato il bando per consentire i test rapidi negli studi medici: «Siamo pronti già dalla settima prossima a farli e in tutta sicurezza» ricorda la Fimmg Lazio, Federazione dei medici di famiglia, mentre dure critiche al progetto, ritenuto «irresponsabile», sono arrivate dal Sindacato medici italiani (Smi).
Ancora alto il dato dei nuovi positivi, ieri con l’ennesimo picco a 387, 131 a Roma: sei le vittime. A quota 136 invece i
contagi nelle province: crescono le cifre della curva epidemica nella Asl di Latina, 29 i casi tra cui nove legati ancora al focolaio nella clinica “Città di Aprilia”. Restano sorvegliati speciali anche i reparti Covid, ma nel report del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità relativo all’ultima settimana risulta che «il tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva per pazienti Covid e quelli ordinari restano sotto la soglia di attenzione», sottolinea ancora D’Amato. In tre sono risultati infetti anche al dipartimento della Protezione civile in via Vitorchiano, la sede è stata sanificata in una sola giornata, ma sono rimaste in funzione tutte le sale operative e oggi ci sarà la riapertura. Nella Asl Roma 1 sono 44 i nuovi positivi, 58 quelli nella Asl Roma 2, mentre è allerta nella Asl Roma 3 perché sui 29 i casi tracciati, 12 sono legati al cluster di una villa usata per i matrimoni, su cui è in corso l’indagine epidemiologica.
Sul fronte prevenzione, nell’ambito della campagna per il vaccino antinfluenzale, sono salite a 576 mila le dosi consegnate ai medici di base e ai pediatri, quasi cinquemila in tutto il Lazio: molto elevata l’adesione degli operatori sanitari al Policlinico di Tor Vergata con oltre 500 somministrazioni già effettuate.