Il popolo dei ragazzi in piazza: duemila liceali chiedono «giustizia climatica»
In piazza distanziati e con la mascherina per il sesto Global Strike di Friday for Future, il movimento ambientalista lanciato da Greta Thunberg. Stavolta la location è Piazza del Popolo dove, ieri dalle 8 del mattino, arrivano circa in duemila, soprattutto dei licei romani, per chiedere alle istituzioni «giustizia climatica».
Tutti devono indossare la mascherina e rispettare le distanze, segnate in terra per sedersi durante la parte statica dell’evento, mentre il servizio d’ordine vigila sul rispetto delle regole. Il clima è un altro rispetto allo scorso anno, quando ad aprile venne a Roma Greta Thunberg (che incontrò anche il Papa) e quando a fine settembre 200 mila studenti manifestarono in corteo partendo da piazza della Repubblica.
Ma la protesta - che a giugno si materializzò anche a villa Pamphilj per un flash mob in occasione degli Stati generali dell’economia - è agguerrita comunque, anche senza assembramenti. In piazza ci sono gli studenti dei licei e gli universitari, i più colorati con i loro cartelli e i fumogeni.
Arrivano da cento scuole della Capitale, dal Virgilio al Mamiani, dal Socrate, al Righi. «Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città», «Il futuro è nostro e ce lo riprendiamo», gli slogan urlati e stampati sugli striscioni. Ci sono anche organizzazioni come Legambiente e Comunità di Sant’Egidio, ma anche gli attivisti di Extinction Rebellion (una parte: gli altri protestano all’Eur sotto la sede dell’Eni) e il comitato Valle Galeria Libera che spera di strozzare la nascita della nuova discarica di Malagrotta. I primi striscioni si riuniscono sotto l’obelisco per chiedere «giustizia climatica» e «Recovery Planet», ovvero un messaggio diretto al governo affinché usi i fondi del Recovery Fund per investimenti ecosostenibili.
«Noi tra 40 anni saremo ancora qui, non come i politici di oggi», spiega uno dei manifestanti.
«Quest’anno se ci ha insegnato qualcosa è che non c’è tempo da perdere - dice Friday for Future Roma -. Le emergenze vanno affrontate nell’immediato con misure straordinarie e noi oggi chiediamo al governo un impegno a investire nella crisi climatica».
Verso mezzogiorno la performance dei giovani di «The save movement»: vestiti a lutto, portano in spalla delle finte bare che rappresentano le persone, gli animali e la Terra. Prima sfilano, poi depongono mazzi di fiori sulle bare e le aprono: la bara «people» contiene mascherine, quella «animals» le targhette identificative che si usano negli allevamenti e quella «planet» è tristemente piena di plastica.