Corriere della Sera (Roma)

La truffa della spogliarel­lista al poliziotto innamorato: «Soldi, mio figlio è malato»

- Giulio De Santis

Occhi dolci, sempre umidi, immalincon­iti dalla sofferenza per la malattia (per fortuna inesistent­e) del figlio piccolo. È la parte interpreta­ta da una giovane spogliarel­lista per sfilare in pochi mesi più di tremila euro al compagno poliziotto. Un uomo generoso, tratto del carattere che - secondo il pm Mauro Masnaghett­i - nel caso specifico è stato il suo tallone d’Achille. Ora la donna è sotto processo per truffa.

La storia d’amore tra la spogliarel­lista e il poliziotto risale al 2016. Lui, quasi 50 anni, è abituato ad avere a che fare con delinquent­i di ogni risma. Ladri. Spacciator­i. Teppisti. Un giorno incontra la donna: è bella e simpatica, seppure con qualche ombra nello sguardo. Fa la spogliarel­lista, ma il poliziotto lo ignora. I primi mesi corrono via con la felicità di due adolescent­i. Ma lei, con il passare delle settimane, si fa sempre più corrucciat­a. Cupa. Il poliziotto le chiede perché. «Mio faglio sta molto male, ho pochi soldi», rivela la donna. La

«confession­e» lo colpisce. Lui è duro con i cattivi. Ma, come nota il pm, è generoso con chi ha bisogno. Così, senza battere ciglio, comincia ad aiutarla. Un giorno le dà cento euro. Un altro giorno 50. Poi 200. E così via. In poco tempo le regala oltre tremila euro.

Tanto impegno lo spinge a domandare alla fidanzata di parlare con il bambino. Vorrebbe sapere se la situazione migliora. Lei tergiversa, trova scuse, si oppone: «Mio figlio sta male, è in ospedale». Il poliziotto, con grande dolore, fiuta che qualcosa non quadra. Rimette i panni dell’investigat­ore e arriva il primo choc. Lei si spoglia quasi ogni sera, in locali sempre diversi. Poco dopo incontra, in gran segreto, il piccolo. Quando gli chiede come va la malattia, il bambino cade dalle nuvole: «Io sto benissimo», dice al poliziotto, assistito come parte civile dall’avvocato Cristina Mancini. A quel punto l’uomo non può fare altro che denunciare la fidanzata.

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La spogliarel­lista è stata rinviata a giudizio per truffa dopo che il poliziotto ha scoperto di essere stato raggirato: il figlio di lei non era malato
Processo La spogliarel­lista è stata rinviata a giudizio per truffa dopo che il poliziotto ha scoperto di essere stato raggirato: il figlio di lei non era malato

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