IL CANCELLO DI PIAZZA CAIROLI METAFORA DEL GRAN DISSESTO
Caro Conti, riflessione psicoanalitica sulla assuefazione al degrado di noi romani, sull’accettazione quotidiana del disastro come filosofia di vita. A settembre sono capitata, dopo diverso tempo, in piazza Cairoli. E ho notato che la bella cancellata era stata ripristinata. Ho avuto un moto di grande felicità, alcuni commercianti mi hanno detto che erano lavori recentissimi, di poche settimane. Poi sono andata controllare sulla Rete: l’incidente del «signore distratto» che ha devastato la cancellata con l’auto risale all’aprile 2016. Morale: invece di indignarmi per i quattro anni di lavori per un pezzo di cancello lungo quattro metri, mi sono ritrovata a gioire. Significa che anch’io ho avuto una corruzione interiore nella mia dignità di cittadina, nella percezione di ciò che mi succede intorno. La catastrofe romana mi ha peggiorata, ho perso l’orientamento.
Maria Camilli
Difficile rispondere a questa lettera-confessione: a Parigi chi gioirebbe per il ripristino di una cancellata su una piazza dopo quattro anni? Le suggerisco il metodo del bicchiere mezzo pieno, a Roma funziona: meglio una cancellata tardiva che una cancellata mai. Roma ne è strapiena ....