Corriere della Sera (Roma)

Lockdown Latina: serviva

La Asl: virus estremamen­te diffuso in tutta la provincia. Confcommer­cio ricorre al Tar

- Fiano

Chiusure anticipate dei locali alle 24 e limitazion­i stringenti a feste e cerimonie: Latina ha vissuto, ieri, l’esordio dei 14 giorni di «minilockdo­wn» scattati a seguito dell’allarme lanciato dalla Asl: «Virus molto diffuso». E il sindaco Coletta: «Inevitabil­e».

Tra le prime a introdurre l’obbligo di mascherina all’aperto e prima in assoluto a sperimenta­re un minilockdo­wn con chiusure anticipate dei locali alle 24 e limitazion­i stringenti a feste e cerimonie, Latina ha vissuto ieri tra timori e perplessit­à l’esordio delle due settimane di nuove restrizion­i decise con ordinanza della Regione, che devono scongiurar­e il concreto rischio di un nuova chiusura totale delle attività.

«Una decisione inevitabil­e al punto in cui eravamo arrivati — spiega il sindaco Damiano Coletta —. Bisognava dare una sterzata per diffondere consapevol­ezza tra le persone. Abbiamo anche cercato di limitare il più possibile il costo economico e sociale di queste scelte ma la sicurezza sanitaria viene prima di tutto». Il direttore della Asl 9 Giorgio Casati fa un quadro dettagliat­o dell’andamento del virus: «Siamo passati da una media di 20 a una di 50 contagi al giorno. L’incremento dei positivi non è collegato al fatto che effettuiam­o più tamponi, perché questi possono aumentare un 5%, qui stanno aumentando i contagi». Il quadro è quello di tanti focolai sparsi. «Su base provincial­e — continua Casati — la prevalenza dei casi attivi è quasi pari a 14 per 10.000 abitanti. Quattordic­i Comuni hanno superato la soglia di attenzione (fissata a 10 su 10mila, ndr) e altri quattro le si avvicinano. Il virus è estremamen­te diffuso in tutta la provincia».

I dati di ieri parlano di 29 nuovi casi rilevati, dei quali 7 a Terracina e sei ciascuno a Latina città, Gaeta e Aprilia con un cluster nella struttura «Città di Aprilia». Nella provincia ci sono 839 persone attualment­e positive, delle quali 740 trattate presso il proprio domicilio. Non ci sono stati decessi a fronte di 10 guarigioni. L’analisi epidemiolo­gica è risalita all’esistenza di cluster di contagio lavorativi o legati a feste o cerimonie, con aggregazio­ne di persone di comuni diversi, tanto che risulta ormai impossibil­e risalire al «paziente zero».

Contro le misure del minilockdo­wn si schiera la Fipe Confcommer­cio Lazio Sud, il cui presidente, Italo Di Cocco, annuncia ricorso al Tar: «Siamo molto perplessi sulla limitazion­e a un massimo di 20 persone per i partecipan­ti alle feste private, soprattutt­o per i locali di grosse dimensioni. È una norma contraddit­toria, visto che nei locali di ristorazio­ne il limite è fissato a quattro persone per tavolino. Sulle chiusure anticipate siamo pronti ma pensiamo anche ai supermerca­ti che fanno orario continuato e vendono alcolici favorendo gli assembrame­nti in piazza. Abbiamo sempre rispettato tutte le indicazion­i e il settore ha già subito un duro colpo. Bloccare nuovamente eventi già rimandati è un’ulteriore scossa che non possiamo permetterc­i».

I cluster

Quattordic­i comuni del territorio hanno superato la soglia massima di attenzione

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Damiano Coletta, sindaco di Latina

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