Corriere della Sera (Roma)

IL RISCHIO DI COSTI ALTI PER TUTTI

- Di Federico Fubini

Dall’ora del tramonto, una passeggiat­a in qualunque piazza romana con qualche bar o lungo qualunque strada frequentat­a dai gruppi dell’aperitivo e della vita serale rivelerà sempre la stessa scena: capannelli di persone troppo vicine le une alle altre, non solo giovanissi­mi, le mascherine abbassate o assenti. Se il virus ha ripreso a circolare in Italia e in particolar­e in Lazio, sono in buona parte queste abitudini che gli hanno dato gambe. Oggi sono uno dei veicoli principali del contagio e rischiano di costare carissimo a tutti, in termini sanitari e economici se si finirà per arrivare a un altro lockdown.

Questo problema va al cuore di ciò che dovrebbe essere una comunità: in che misura il capitale civico – il senso di responsabi­lità di ciascuno verso gli altri – è in grado di salvare tutti collettiva­mente o invece, quando manca, peggiora la condizione di tutti (inclusi coloro che non ne hanno)? In teoria ci sarebbero sanzioni per chi viola le nuove regole sanitarie, ma sembrano immaginate apposta per non funzionare né dissuadere. Non solo perché le forze dell’ordine, malgrado l’emergenza, sono diventate per lo più invisibili nelle strade. Lo stesso meccanismo di multe troppo elevate (da 400 a mille euro) fa sì che i poliziotti, i carabinier­i o i vigili si limitino a invitare le persone in violazione a sistemare la mascherina, piuttosto che a punire subito. Chi infrange le regole sa così che basta comportars­i bene per pochi minuti.

Quei pochi minuti durante i quali si è sotto gli occhi di qualcuno in divisa. C’è poi un aspetto anche più delicato, perché la vita serale di migliaia di romani aiuta ristorator­i e proprietar­i di bar a recuperare almeno una piccola parte della drammatica perdita di ricavi di quest’anno. Bisogna chiudere tutto alle 19 o alle 21, chiedendo a questo gruppo sociale di farsi carico di nuove perdite per proteggere il resto della società? È difficile da spiegare. Ma è anche difficile spiegare alla collettivi­tà che l’Italia in estate ha subito un’impennata di contagi perché andavano garantiti gli interessi di un gruppo piccolo come, ad esempio, i proprietar­i di discoteche. La risposta è probabilme­nte in un sistema di indennizzi pubblici per le categorie alle quali si chiede un sacrificio per il bene comune. Prima che i costi divengano troppo alti per loro e per tutti.

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