Prime richieste di didattica a distanza. Ma i presidi dicono no
Una quinta in sciopero all’Albertelli: vorremmo metà delle lezioni online. Rusconi contrario: non c’è il lockdown
Sempre più studenti, con l’aumento dei contagi fuori e dentro le scuole, chiede di tornare alla didattica a distanza. Per esempio allo storico liceo Pilo Albertelli all’Esquilino, dove una quinta ha scioperato proprio per riproporre il tema della didattica mista, con almeno il 50% delle lezioni da casa, e ridurre così i rischi - questo è il ragionamento dei ragazzi - almeno del 50%.
«Ci ritroviamo con 5 o 6 classi e diversi prof in quarantena e allora ci siamo interrogati su cosa fare - spiega Flavia, una delle rappresentanti della classe -. Così giovedì abbiamo deciso di non entrare, per cercare di far emergere la nostra posizione: noi abbiamo iniziato senza banchi, solo con le sedie, mentre adesso che sono arrivati i monoposto in classe ci stiamo tutti, distanziati sì ma è evidente che dei rischi si corrono, quindi ci chiediamo: perché non ripristinare una parte di didattica mista? Tutti preferiremmo frequentare la scuola e i compagni anziché studiare sul letto, ma tanti di noi hanno anche famigliari più fragili, cominciano a temere di contagiarli». Così torna sul problema delle classi pollaio anche Carlo Rossi, presidente del Consiglio di istituto del liceo: «Sono stati deliberati due sabati consecutivi in Dad, un giorno libero dalle presenze di docenti e studenti potrà consentire una sanificazione ancora più accurata. Purtroppo, come sta accadendo ovunque, i contagi vengono importati dall’esterno. Si parla di capienze delle aule, banchi monoposto, mascherine, ma è evidente che si sta perdendo di vista il problema da cui discendono le difficoltà delle scuole: le classi pollaio».
Comunque la richiesta di un ritorno alla didattica a distanza è ormai diffusa in tante scuole, racconta anche Luca Iannello, tra i rappresentanti della Rete degli studenti medi di Roma: «La situazione è preoccupante, molti ragazzi e ragazze temono non tanto per sé quanto per parenti e familiari: oggi i protocolli delle scuole non contemplano l’attivazione della didattica a distanza per chi ha persone fragili vicine, occorre cambiarli in fretta».
Tante richieste, conferma anche il rappresentante dei presidi Mario Rusconi. Ma al momento, «in assenza di nuovi lockdown», i responsabili d’istituto si oppongono.