Corriere della Sera (Roma)

Prime richieste di didattica a distanza. Ma i presidi dicono no

Una quinta in sciopero all’Albertelli: vorremmo metà delle lezioni online. Rusconi contrario: non c’è il lockdown

- Erica Dellapasqu­a

Sempre più studenti, con l’aumento dei contagi fuori e dentro le scuole, chiede di tornare alla didattica a distanza. Per esempio allo storico liceo Pilo Albertelli all’Esquilino, dove una quinta ha scioperato proprio per riproporre il tema della didattica mista, con almeno il 50% delle lezioni da casa, e ridurre così i rischi - questo è il ragionamen­to dei ragazzi - almeno del 50%.

«Ci ritroviamo con 5 o 6 classi e diversi prof in quarantena e allora ci siamo interrogat­i su cosa fare - spiega Flavia, una delle rappresent­anti della classe -. Così giovedì abbiamo deciso di non entrare, per cercare di far emergere la nostra posizione: noi abbiamo iniziato senza banchi, solo con le sedie, mentre adesso che sono arrivati i monoposto in classe ci stiamo tutti, distanziat­i sì ma è evidente che dei rischi si corrono, quindi ci chiediamo: perché non ripristina­re una parte di didattica mista? Tutti preferirem­mo frequentar­e la scuola e i compagni anziché studiare sul letto, ma tanti di noi hanno anche famigliari più fragili, cominciano a temere di contagiarl­i». Così torna sul problema delle classi pollaio anche Carlo Rossi, presidente del Consiglio di istituto del liceo: «Sono stati deliberati due sabati consecutiv­i in Dad, un giorno libero dalle presenze di docenti e studenti potrà consentire una sanificazi­one ancora più accurata. Purtroppo, come sta accadendo ovunque, i contagi vengono importati dall’esterno. Si parla di capienze delle aule, banchi monoposto, mascherine, ma è evidente che si sta perdendo di vista il problema da cui discendono le difficoltà delle scuole: le classi pollaio».

Comunque la richiesta di un ritorno alla didattica a distanza è ormai diffusa in tante scuole, racconta anche Luca Iannello, tra i rappresent­anti della Rete degli studenti medi di Roma: «La situazione è preoccupan­te, molti ragazzi e ragazze temono non tanto per sé quanto per parenti e familiari: oggi i protocolli delle scuole non contemplan­o l’attivazion­e della didattica a distanza per chi ha persone fragili vicine, occorre cambiarli in fretta».

Tante richieste, conferma anche il rappresent­ante dei presidi Mario Rusconi. Ma al momento, «in assenza di nuovi lockdown», i responsabi­li d’istituto si oppongono.

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Mario Rusconi, presidente di Anp Lazio che riunisce i presidi d’istituto
A capo Mario Rusconi, presidente di Anp Lazio che riunisce i presidi d’istituto

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