Corriere della Sera (Roma)

Quinto Cecilio, l’omaggio a Rodari nella «sua» piazza

- di Paolo Fallai

Questa settimana il nostro viaggio dentro Roma ci porta a scoprire una piccola piazza che si apre su un fianco di viale di Villa Pamphili. Semplifica­ndo molto potremmo azzardare che divide Monteverde vecchio dal nuovo.

Ma il campione assoluto delle semplifica­zioni è stato senz’altro Francesco Boncompagn­i Ludovisi, governator­e fascista di Roma che il 18 aprile 1929 firmò la delibera per intitolare questa piazza a Quinto Cecilio. Non immaginate chissà quali motivazion­i: quel giorno il principe di Piombino firmò decine di intitolazi­oni un po’ in tutta Roma, dalla borgata della Marranella a una via dei Parioli dedicata a Pietro Paolo Rubens a viale dei Quattro Venti da via San Pancrazio «alla campagna».

Quindi nessuno stupore per l’omaggio a Quinto Cecilio? Purtroppo in quella delibera motivazion­i non se ne trovano, quindi non si capisce nemmeno a quale Quinto Cecilio si riferisce. Visto che quella famiglia, i Cecilii Metelli, ha dato politici alla Roma repubblica­na per almeno tre secoli, a partire dal primo conosciuto con quel nome, tribuno della plebe nel 316 avanti Cristo. Seguendo le vicende di questa famiglia in mezzo a generazion­i dei nomi uguali e dai soprannomi illuminant­i troviamo consoli, censori, pontefici, generali, affaristi, amanti innamorati e mariti avvelenati. Per esempio Quinto Cecilio Metello Macedonico conquista questo soprannome nel 146 annettendo a Roma proprio la Macedonia. Quinto Cecilio Metello, console nel 69, è detto Cretico per i trionfi conquistat­i a Creta. Ma è soprattutt­o il padre di Cecilia Metella, di cui si sa poco, tranne che fu moglie di un Crasso e che si meritò un importante mausoleo ellenistic­o circolare al terzo miglio della via Appia, che ancora possiamo ammirare.

Tragica la sorte di Quinto Cecilio Metello Celere, tribuno della plebe, edile e console nel 60, famoso per essersi legato anima e toga a Pompeo e poi per averlo combattuto in modo altrettant­o deciso. Morì nel 59, probabilme­nte avvelenato dalla moglie, la scandalosa Clodia della quale conosciamo inclinazio­ni e gesta grazie al poeta Catullo che l’ha cantata e amata come Lesbia.

In questi giorni piazza Quinto Cecilio vede una piccola rinascita, con interventi dell’Ufficio Decoro del Campidogli­o. Vogliono inaugurare il 23 ottobre prossimo una targa che rende omaggio a uno scrittore e poeta che viveva a pochi passi da questa piazza e la conosceva bene: Gianni Rodari, nato a Omegna cento anni fa, il 23 ottobre 1920.

Roma e Monteverde rendono così omaggio a uno dei suoi residenti più illustri, alla fantasia e alla lettura: quella mattina sosterà sulla piazza il BiblioPort­er di Sandra Pranzo Giuliani, madrina di ogni iniziativa di libero scambio di libri in questa città, mentre il ricordo di Gianni Rodari sarà affidato a una giovane e competente studiosa, Ilaria Capanna. Io ci passerei.

L’intitolazi­one Risale all’aprile 1929, ma non si sa bene a quale Quinto Cecilio si riferisca: sono decine

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Poeta, pedagogo, scrittore e giornalist­a, Gianni Rodari, nato cento anni fa a Omegna, ha vissuto per molti anni a pochi passi da piazza Quinto Cecilio. Monteverde è stato sempre il suo quartiere
(Foto Claudio Guaitoli) La fantasia Poeta, pedagogo, scrittore e giornalist­a, Gianni Rodari, nato cento anni fa a Omegna, ha vissuto per molti anni a pochi passi da piazza Quinto Cecilio. Monteverde è stato sempre il suo quartiere

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