Il plantare 3D nasce da lontano con una app
«Medere» è stata fondata due anni fa. Con un’app prende i dati del piede da remoto
Plantari ad uso medico e sportivo prodotti con una applicazione. È l’idea sviluppata da «Medere» startup romana vincitrice della quarta edizione di BioUpper, il programma di accelerazione del gruppo farmaceutico Novartis e Fondazione Cariplo. La app acquisisce da remoto i dati del piede del paziente e poi li elabora. E, dopo aver ricostruito le geometrie attraverso gli algoritmi, si stampa il modello in 3D.
È romana la startup vincitrice della quarta edizione di BioUpper, il programma di accelerazione del gruppo farmaceutico Novartis e Fondazione Cariplo. Si chiama Medere e insieme ad altre nove aziende ha partecipato al Business Bootcamp, un percorso di tre mesi di potenziamento e approdo al mercato.
A essere premiato è un processo innovativo per la produzione di plantari a uso medico e sportivo: con un’app si acquisiscono da remoto i dati del piede del paziente, che vengono poi elaborati per uno screening diagnostico preliminare. Una volta ricostruite le geometrie attraverso gli algoritmi, si stampa il modello in 3D.
L’idea nasce nel 2018 dagli ingegneri biomedici Raffaele Ferrante, Marco Mannisi e Daniele Bianchi, che in due anni hanno raccolto investimenti per 250 mila euro tra bandi di Regione Lazio e Ministero dello Sviluppo Economico, concorsi per piccole e medie imprese e finanziamenti pubblici e privati.
E se ad oggi il fatturato è fermo a 20 mila euro, i fondatori prevedono che a dicembre raggiungerà i 30 mila. «Ed entro il 2022 contiamo di incrementare anche il numero dei dipendenti – così Mannisi, responsabile del progetto –. Negli ultimi anni Roma e il Lazio hannoinvestito in servizi necessari alle giovani realtà imprenditoriali, rendendo l’ambiente molto più dinamico».
Nel loro successo un ruolo fondamentale lo ha giocato l’intelligenza artificiale della società tecnologica IBM, partner di BioUpper. Lo scorso anno il gruppo ha inaugurato a Rieti un centro per la digitalizzazione e lo sviluppo di iniziative innovative. Con 18 milioni di euro ha trasformato il territorio colpito dal sisma del 2016 in un polo specializzato in servizi cloud e blockchain, dando occupazione a decine di persone della zona.
«L’innovazione non si fa da soli, ma all’interno di un ecosistema – ha detto Luca Cialdella,
responsabile del programma StartUp with IBM Italia, a cui attualmente partecipano quattordici imprese laziali –. Le piccole aziende agili e i loro progetti nascono già orientati ai servizi digitali e necessitano di un sostegno sul mercato e nella creazione di una rete di connessioni. Ed è quello che abbiamo fornito a Medere, meritevole di aver intuito il bisogno di teleassistenza e consegna a domicilio di prodotti per la salute».
Ma non è la sola. Il ricorso alla medicina digitale e a un approccio 4.0 ha coinvolto l’intero sistema sanitario regionale, dato che con l’introduzione della quarantena e il distanziamento sociale metodi e procedure pre Covid hanno mostrato dei limiti.
«Siamo appena all’inizio di un’epoca rivoluzionaria – ha spiegato Alberto Tozzi, responsabile ricerca dell’ospedale Bambino Gesù di Roma e giurato di BioUpper –. Possiamo dire che Roma è avanti rispetto alla media italiana grazie a iniziative private, numero di startup e fondi europei erogati da Lazio Innova. Il settore deve andare oltre i semplici consulti medici: disponiamo di sensori di ogni tipo e la possibilità di monitorare le terapie e gestire a distanza la riabilitazione e il supporto psicologico. Se da remoto si potessero assorbire le operazioni semplici, il professionista potrebbe tornare a occuparsi di casi complessi e della cura del rapporto con il paziente. Senza contare che si aprirebbero spazi per figure ibride e gruppi multidisciplinari con competenze dai confini sempre più sfumati».
Quarta edizione Il contest per startup è stato voluto da Novartis e da Fondazione Cariplo
❞ Siamo avanti rispetto alla media italiana grazie a privati numero di startup e fondi erogati da Lazio Innova Alberto Tozzi