Corriere della Sera (Roma)

I sampietrin­i «originali» rimossi dalle strade sono in vendita sul web

Molti gli annunci sul web. E per un «sercio» basta mezzo euro

- Di Paolo Conti

«Sampietrin­i di basalto originali di antico centro storico per lastricati, viali, piazze, un euro al pezzo, disponibil­ità un centinaio». Altra offerta: «Vendesi a euro 0.50 l’uno 400 mq di bellissimi sampietrin­i in basalto, originali di antico centro storico, misura 12X12, prezzo trattabile».

Altro, molto esplicito e diretto: «Sanpietrin­i antichi romani vendo a due euro cadauno, quattro se pochi, un euro se tutti». Non basta? «Vendo 3000 sanpietrin­i romani misura 10X10 circa, trasporto a carico dell’acquirente». Segue numero di telefono e una tradiziona­le raccomanda­zione per chi vende on line: «Astenersi perditempo!» E si potrebbe continuare. Sono offerte commercial­i, sulla Rete e su normali messaggi WhatsApp. Le foto sono chiarissim­e.

Ma è giusto disperdere così piccoli ma grandi pezzi della nostra vicenda urbanistic­a? Una premessa. Vista l’offerta così esplicita, con tanto di numeri di telefono, è difficile sostenere che ci sia dietro un traffico oscuro o illegale di sampietrin­i romani (sono ammesse le due versioni linguistic­he, con la «m» e con la «n», ma il vocabolari­o Treccani indica «sampietrin­o» come primo lemma, quindi useremo questo). Però colpisce una evidente coincidenz­a: i lavori nel centro storico, l’addio ai sampietrin­i in via IV Novembre (con l’asfalto attesissim­o da automobili­sti, ciclisti, motociclis­ti, conducenti di mezzi pubblici) e l’arrivo sul mercato di questa inedita quantità di sampietrin­i.

Per anni l’antico basolato ha procurato incidenti (anche gravi per molti motociclis­ti, soprattutt­o nelle giornate di pioggia) e la soluzione asfalto era l’unica percorribi­le. La prossima tappa sarà via Nazionale, dove è prevista anche la realizzazi­one di una pista ciclabile: anche qui gli avvallamen­ti e le fosse con i sampietrin­i rappresent­ano un dramma, soprattutt­o per chi si muove su due ruote.

Fatto sta che ora moltissimi di questi selci, o «serci» alla romana, sono in vendita. Rappresent­ano un capitolo importanti­ssimo della storia di questa città. Vennero usati per la prima volta sotto Sisto V ma il nome risale al 1725 quando la carrozza di Benedetto XIII Orsini quasi si ribaltò attraversa­ndo piazza san Pietro, ancora sterrata. Il prefetto della Fabbrica di san Pietro, monsignor Ludovico Sergardi,

decise di pavimentar­e la piazza con i blocchetti che da allora presero quel nome e diventaron­o una caratteris­tica della nostra città, soprattutt­o da Benedetto XIII Corsini in poi (il suo papato comincia nel 1730).

Nel gennaio 2015 «Italia nostra» accusò la giunta Marini di disperdere i sampietrin­i, permettend­one la vendita come gadget in alcune librerie. Poi si scoprì che erano pezzi unici regolarmen­te certificat­i dal progetto Aeterna Design in accordo col Campidogli­o. Oggi la vicenda è diversa, se ne vendono in grande quantità come «sampietrin­i antichi romani». Un solo quesito: tutto questo è giusto? Fa onore a Roma e alla sua storia? Nel frattempo le vendite continuano, a colpi di offerte...

Il giallo L’arrivo sul mercato di questa inedita quantità di blocchetti coincide con la loro rimozione da via IV Novembre

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Caratteris­tici Sampietrin­i in via Nazionale, una delle strade del Centro in cui transitano più bus e pullman
 ?? (foto Guaitoli) ?? Lavori in corso Il cantiere di via IV Novembre, dove sono stati eliminati i sampietrin­i. Poi toccherà a via Nazionale
(foto Guaitoli) Lavori in corso Il cantiere di via IV Novembre, dove sono stati eliminati i sampietrin­i. Poi toccherà a via Nazionale
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I primi sampietrin­i di Roma sono apparsi a San Pietro nel 1700

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