Corriere della Sera (Roma)

Calcetto Fabio Eleuteri, presidente di Gesis Lazio: «Non siamo il male maggiore»

- Marco Calabresi

che lavorano nell’attività sportiva amatoriale. «Bloccare lo sport amatoriale - ancora Eleuteri - significa bloccare un sistema di lavoratori, che nei mesi del lockdown ha ricevuto soltanto il bonus dei 600 euro. I gestori dei centri sportivi, invece, hanno continuato a pagare utenze e affitti: sarebbe una catastrofe. Se il pericolo di contagio fosse reale e verificato, saremmo i primi a essere favorevoli. Ma se sport è sinonimo di salute, perché chiudere di nuovo?».

A rischio anche l’attività degli enti di promozione sportiva. Per Claudio Barbaro, sabato riconferma­to alla presidenza dell’Asi, «l’ipotesi di chiusura di discipline in cui il contatto è più frequente rappresent­erebbe, dopo i mesi di lockdown che hanno messo in ginocchio associazio­ni, società, operatori e strutture, un danno dal quale difficilme­nte riuscirebb­ero tutti a riprenders­i. Ci sono delle linee guida che consideria­mo efficaci. Il mondo dello sport è in ginocchio e si sta faticosame­nte riprendend­o. Un ulteriore stop rappresent­erebbe un duro colpo».

Poi il Csi: «Ci atterremo al massimo rispetto delle norme. Tuttavia, richiamiam­o l’attenzione delle autorità a vigilare perché lo sforzo a favore dello sport in sicurezza attuato da enti sensibili come il Csi, come dalle Asd e Ssd affiliate, non risulti poi penalizzat­o da comportame­nti inadeguati e non verificabi­li».

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