Mascherine, la svolta: controlli con i soldati Stretta anche su trasporti pubblici e cerimonie. «Non c’è più tempo»: basta raccomandazioni, adesso si passa alle multe dirette
Solo qualche settimana fa la possibilità di ricorrere anche all’Esercito per controllare il rispetto delle regole anti-Covid a Roma e provincia era stata esclusa. Ma nel volgere di pochi giorni la situazione è di nuovo cambiata, l’emergenza coronavirus è tornata alla ribalta con prepotenza, con un notevole e continuo aumento dei contagi. Una situazione prevista, ma non con questi numeri, tanto che ai soldati sarà ora richiesto di affiancare le forze dell’ordine nelle verifiche su mascherine e distanziamento personale. Anzi, di più: potranno procedere anche da soli, visto che in alcune circostanze, come nei pressi di posti fissi, ci sono spesso soltanto loro.
Una svolta decisa nelle misure per arginare i nuovi casi di Covid è quella impressa ieri al termine di un comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura, alla quale hanno partecipato non solo i vertici di polizia, carabinieri, Finanza e vigili urbani, nonché appunto delle forze armate, ma anche Regione, Comune e municipalizzate, insieme con le autorità sanitarie, che con l’assessore regionale Alessio D’Amato non hanno mancato di sottolineare quanto il quadro sia preoccupante, sebbene - è stato aggiunto anche dai rappresentanti di altri enti - i controlli fin qui effettuati abbiano dimostrato almeno nella Capitale, sul litorale e nell’hinterland, che il sistema ha retto. A testimoniarlo ci sono gli oltre tre milioni di cittadini identificati dal lockdown a oggi, segno che c’è il controllo del territorio ed è possibile mantenere alta l’attenzione. Solo che d’ora in poi, visto quello che sta accadendo, con un crescente aumento dei ricoveri in ospedale di pazienti positivi, la repressione di comportamenti che possono aggravare il rischio di nuovi contagi avrà un peso maggiore rispetto al passato. Soprattutto rispetto alla prevenzione, che ha portato fino a oggi le pattuglie impegnate in strade e piazze, comprese quelle della movida, a mantenere un atteggiamento prudente, a raccomandare l’uso delle mascherine e il rispetto del distanziamento per evitare assembramenti. Insomma un giro di vite perché secondo gli addetti
ai lavori «non c’è più tempo da perdere» e perché appare evidente come l’aumento dei casi di coronavirus (ieri quasi 400 nel Lazio) sia collegato a una sorta di rilassamento dei comportamenti, frutto forse dell’estate scorsa. Da qui allora controlli più stretti anche per quel che riguarda i trasporti pubblici (proprio ieri a piazzale Flaminio maxi assembramento di passeggeri in stazione in attesa dei treni), e più in generale su cerimonie pubbliche, eventi sportivi amatoriali e feste, che saranno proibiti, o comunque limitati a numero chiuso (ridotto al minimo), da provvedimenti statali. La preoccupazione è tanta, e il momento è ancora una volta decisivo per evitare che la situazione possa peggiorare, visto che i numeri hanno riportato Roma al periodo marzo-aprile, ovvero quello peggiore dell’emergenza coronavirus. Ma non è finita qui. Visto che il quadro viene monitorato continuamente, già per domani è stata convocata una nuova riunione del comitato durante il quale potrebbero essere decise strette ulteriori.
❞ Rafforzare i servizi e adottare una diversa organizzazione per evitare affollamenti Sergio Iavicoli
❞ Bisogna raddoppiare le corse del trasporto pubblico a Roma e in tutte le città italiane Francesco Vaia