«Orgoglioso di essere italiano davanti a un criminale nazista»
Il questore Esposito: così ho catturato Emden, il boia di Caiazzo
Era sera quel 13 ottobre 1943 quando un plotone di Panzer granadier dell’esercito tedesco si presentò in due masserie con vista sul fiume Volturno, a una quindicina di chilometri da Caserta, per massacrare per odio e disprezzo verso gli italiani, quattro famiglie, bambini compresi. La più piccola aveva tre anni. Si chiamavano Perrone, D’Agostino, Massadoro e Albanese. Quegli assassini con la divisa della Wehrmacht si accanirono con baionette e mitragliatrici contro 22 innocenti fuggiti dal loro paese in fiamme, Caiazzo appunto, sul fronte sud, accusandoli di aver segnalato agli americani la loro posizione. Non era vero, ovviamente. Una strage dimenticata troppo a lungo, nonostante le indagini, svolte subito dall’esercito Usa e descritte anche dalla stampa americana al seguito dei liberatori. Un eccidio per il quale però nel 1994 la lo aveva inviato alla procura di Santa Maria Capua Vetere - racconta il questore -. A colpirmi fu il fatto che sulla vicenda ci fosse stato un assoluto silenzio, anche da parte delle autorità tedesche, tanto che Emden si vantava di essere rimasto in patria praticamente impunito. Noi trovammo due testimoni, ultraottantenni, che in video ci raccontarono tutto quello che era accaduto quella sera, le atrocità che avevano visto». Emden fu rintracciato nella sua abitazione a Calau, a sud di Berlino, nella Prussia orientale. «Moglie e figli non sapevano nulla di quello che aveva fatto, rimasero choccati, lui non ci degnò di uno sguardo all’interrogatorio a Coblenza. “Rifarei tutto quello che ho fatto”, disse sprezzante a me e al pm. Non lo dimenticherò mai. In lui non c’era alcuna traccia di rimorso e umanità. Non era un soldato, ma solo un delinquente - ricorda ancora Esposito -. Quella nostra trasferta aveva però un significato che andava bel oltre l’indagine di polizia. Avevo scolpiti nella mente i volti di quei bambini trucidati, e adesso sono orgoglioso di essere diventato un loro concittadino».
Il racconto Premiato Il Comune in provincia di Caserta ha concesso all’alto funzionario la cittadinanza onoraria