Feste con pochissimi invitati, nuovi «galateo» e dress code: il Covid ha cambiato la socialità
C’è chi nega sfacciatamente (sempre meno), c’è chi protesta, c’è chi finge d’ignorarlo, chi sbandiera complotti, ma in tutte le conversazioni del momento prima o poi salta fuori lui, protagonista del più grande evento mondiale dalla Seconda Guerra: il Covid-19. Anche l’altra sera da Nori Corbucci, pochi, tutti «mascherinati», lontani ma vicini, rigorosamente serviti. Una piccola cena per festeggiare Mimma Nocelli, celebre videomaker. O da Adriana Sartogo, per salutare Antonella Camerana, a Roma di passaggio. Oggi si fa così: a casa, massimo in 12, meglio in 8. La mascherina va e viene. Ci si guarda, niente baci (con sofferenza), qualcuno incauto per il saluto allunga il gomito tra l’orrore degli astanti. Non si può, fa politico di quarta. Meglio un cenno del capo, mani giunte o una al petto. Chi dà la mano dimentico, rimane deluso. Anche il dress code si fa discreto. Alle occasioni più numerose si va ma con timore, e si sta poco guardandosi come se il virus si vedesse.