Un divano a Tunisi
La primavera araba del cinema femminista continua la sfilata gender delle sconfitte: dopo la politica e la stilista, tocca alla psicanalista che ha studiato a Parigi ma deve curare prima i pregiudizi natali per tentare la missione freudiana. L’idea è carina ma resta al palo per mancanza di scrittura, tutto troppo facilmente, prevedibilmente gradevole.