«Zaide»: Mozart, le parole di Calvino e la regia di Vick
In scena dal 18 ottobre «Zaide», con allestimento anti-Covid firmato Graham Vick Sul podio il maestro Daniele Gatti, con il testo di Italo Calvino e Remo Girone nel ruolo del narratore
«Ironia, gioia e invenzione». Graham Vick, il regista britannico celebre per le sue innovazioni che firma il nuovo allestimento di Zaide di Mozart — al debutto domenica 18 con testo di Italo Calvino, direzione d’orchestra di Daniele Gatti e con la partecipazione straordinaria di Remo Girone — non vuole rovinare la sorpresa di quello che definisce «un giallo» e ne parla per suggestioni. «In quest’opera incompiuta — dice in italiano impeccabile — c’è tutta la forza dei recitativi di Mozart, ovvero quello che preferisco del genio austriaco, e in più quell’umanità, quella fede nella fratellanza che si ritroverà nel Flauto magico».
Mai eseguito al Costanzi e mai all’epoca del suo autore — la prima rappresentazione risale al 1866 — Zaide è un singspiel incompiuto, ovvero un’opera in lingua tedesca composta di parti parlate e cantate, che in quindici brani musicali racconta di due amanti in fuga dalla tirannia del sultano Soliman, il cui sogno di libertà s’interrompe alla fine del secondo atto. Una «turcheria», si sarebbe detto qualche secolo fa, dove i temi dell’aspirazione alla libertà, dell’amore come forza propulsiva e dell’ambiguità sono centrali. Questo il taglio che Italo Calvino diede al testo scritto nel 1981 in occasione di una rappresentazione dell’opera al festival di Batignano, vicino Grosseto, con la regia di un allora in erba Graham Vick. «Calvino creò per noi un’invenzione nuova, senza alcuna intenzione di ricostruzione filologica — racconta ancora il regista che oggi dirige la Birmingham Opera Company e lavora nei maggiori teatri del mondo — qualcosa di shakespeariano dove la parola crea immaginazione e che con parole leggere, ma affilate, affonda nel tema del Potere». L’invenzione di Calvino si inserisce tra un cantato e l’altro dei versi originali di Joahnn Andreas Schachtner: «Non cambia la successione delle arie, né i sentimenti che esprimono — afferma il maestro Daniele Gatti — semplicemente li incornicia dentro un racconto teatrale che poi si sublima nella musica». Sul palco nel ruolo del narratore, per la prima volta alle prese con l’Opera, ci sarà Remo Girone che si dice «affascinato dall’interazione con la musica, con la direzione musicale e con i cantanti che sono anche ottimi attori». Tra loro, protagonisti il soprano Chen Reiss che veste i panni della favorita del sultano, Zaide, il tenore Juan Francisco Gatell in quelli del suo amante e per giunta cristiano, Gomatz, Paul Nilon, ovvero il terribile Soliman, e Markus Werba che interpreta l’enigmatico ministro Allazim, personaggio che si renderà complice del tentativo di fuga dei due.
Zadie è la terza produzione del Teatro dell’Opera pensata in chiave anti-covid dopo Rigoletto e il balletto Le quattro
stagioni. Secondo l’ultimo dpcm il teatro potrà ospitare cinquecento spettatori. Dopo il debutto di domenica, repliche fino a martedì 27 ottobre, compresa quella riservata agli under 26 del 16 ottobre.
Protagonisti
Il soprano Chen Reiss nei panni della favorita del sultano, e il tenore Juan Francisco Gatell