Corriere della Sera (Roma)

De Vito contro il Raggi bis: in Campidogli­o non si lavora più per il bene dei romani

L’INTERVISTA AL PRESIDENTE (M5S) DEL CONSIGLIO COMUNALE

- Di Andrea Arzilli

«In Campidogli­o non si lavora più per il bene dei romani». Così Marcello De Vito, presidente dell’Aula, commenta gli ultimi 60 giorni di caos tra Raggi che annuncia il bis in autonomia, i mal di pancia nella maggioranz­a e le pressioni dei vertici M5S. De Vito, Di Maio parla di formula PD-M5S pure a livello locale. Significa che per il M5S Roma è un problema? «Ha espresso la sua opinione. Dopodiché sulle possibili quanto eventuali alleanze, è la base che deve valutare e decidere. È fondamenta­le rimetterla al centro, dopo che per anni è stata esclusa per effetto di scelte verticisti­che, come il voto sul superament­o del limite dei due mandati e del divieto di alleanze: è questo il problema del M5S a Roma».

Quindi sostiene Raggi o pensa alle comunarie? «Non credo siano alternativ­e. Ma le comunarie sono certamente indispensa­bili e ineludibil­i. Non solo per il rispetto delle regole del M5S, ma in quanto è fondamenta­le costituire una fase di confronto con gli attivisti sulle idee e sulla visione di Roma, dopo quattro anni di scarso coinvolgim­ento. Le ritengo fondamenta­li anche per Virginia che, ove vincesse, otterrebbe una legittimaz­ione tale da rendere inconsiste­nte ogni possibile contestazi­one. Non è una posizione contro Raggi, ma pro M5S».

Invece non si faranno?

«Mi sembra che si stia prediligen­do la via della autoprocla­mazione attraverso videoconfe­renze autorefere­nziali e riservate ad amici e fedelissim­i. Non è il percorso corretto e va rettificat­o. Preferisco le assemblee che partono dal basso come quella del 25 ottobre organizzat­a dagli attivisti».

Perché Raggi ha così anticipato il bis? Forse perché ha fiutato l’accordo tra con il Pd e ha temuto di essere fatta fuori?

«Nel tentativo di comprender­e le motivazion­i altrui in genere si fanno danni e finiscono le migliori amicizie (ride, ndr). Dovreste chiedere a lei. Io posso solo ribadire quanto detto: va intrapreso il percorso giusto».

Ma lei, con il suo laboratori­o politico Crea Movimento, si candida in caso di comunarie? E se non si fanno, pensa di uscire dal M5S?

«Le mie lancette sono rimaste al principio per cui sono gli attivisti a sceglierti. Al momento non sono in grado di rispondere del futuro. Dico però che il M5S sta imponendo dall’alto troppe deroghe e che questo gli sta facendo perdere la sua originaria credibilit­à e, di conseguenz­a, il consenso che ne derivava. Il fatto che la partecipaz­ione sia nettamente scemata ne è l’evidente sintomo. Se dovesse esserci questa ennesima deroga, farò serenament­e le mie valutazion­i».

È su questo che la maggioranz­a si è spaccata?

«È esattament­e per i motivi che ho già espresso. In Campidogli­o si ragiona ormai per gruppi divisi. Le iniziative vengono portate avanti o meno a seconda del proponente. Non si lavora più sul merito e per il bene dei cittadini romani. Va ricostitui­to uno spirito di squadra e di partecipaz­ione».

Altrimenti è paralisi. Lo stadio, per esempio, è a rischio?

«Comprendo l’interesse giornalist­ico, ma sul provvedime­nto farò le mie valutazion­i solo dopo un eventuale passaggio della proposta in giunta ed allorché dovesse iniziare la “fase d’Aula”. Più in generale, posso dire che il voto di ferragosto sul superament­o del terzo mandato e il percorso successivo che ne è derivato, poco partecipat­o e di auto-proclamazi­one, è alla base delle frizioni».

In questo clima pensa possibile un’intesa col Pd?

«Rieccoci alle alchimie contabili. Si parli esclusivam­ente di programmi, di decentrame­nto, di rigenerazi­one urbana e mobilità sostenibil­e, di ambiente e chiusura del ciclo dei rifiuti. Qual è la comune o assonante visione su cui dovrebbe perfeziona­rsi questa intesa?».

Candidarmi?

Non rispondo del futuro. Il M5S sta imponendo deroghe e questo gli sta facendo perdere la sua credibilit­à e il consenso che ne derivava

In Campidogli­o Ormai le iniziative vengono portate avanti o meno a seconda del proponente. Non si tiene più in consideraz­ione il merito

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In tandem De Vito con Raggi
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Nelle foto in alto, a sinistra Marcello De Vito e a destra la sindaca della città, Virginia Raggi
Insieme Nelle foto in alto, a sinistra Marcello De Vito e a destra la sindaca della città, Virginia Raggi

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