Corriere della Sera (Roma)

Kennedy, Farnesina e gli altri licei: «Il rischio è indebolire la didattica»

- Erica Dellapasqu­a

«Il vero rischio, in realtà, non è il virus, quanto piuttosto un indebolime­nto della didattica, dovuta ad una generalizz­ata situazione di caos, che temiamo possa produrre effetti di mancata conoscenza permanenti nei nostri studenti». Cinque presidenti di consigli di istituto - Fabrizio Antolini del liceo Kennedy, Daniele Cipolloni del Montale, Salvatore Piccirillo del Morgagni, Brenda Pretorius del liceo Farnesina e Carlo Rossi dell’Albertelli - invitano a riflettere sulle criticità della scuola.

«Quest’anno scolastico scrivono - sembrava potesse rappresent­are il riscatto dell’istituzion­e-scuola. Un’intera estate è stata spesa nel tentativo di organizzar­e e realizzare nuovi spazi, misurare ambienti, acquistare dispositiv­i e predisporr­e termoscann­er. Dopo aver applicato tutte le disposizio­ni e rispettato ogni normativa, le scuole sono oggi luoghi senz’altro più sicuri di mezzi pubblici, ristoranti, pizzerie, bar, discoteche. Eppure, soltanto le scuole, sin dal primo giorno di riapertura, stanno soffrendo per proteste, lettere di diffida, petizioni e addirittur­a denunce».

«Questo - continuano - è dovuto al fatto che dietro l’indipenden­za degli istituti scolastici, in realtà si è celata la totale mancanza di linee guide corrette che avrebbero aiutato non poco a dare certezza. Un esempio è il termoscann­er all’entrata: alcune scuole lo hanno installato, altre osteggiato. E’ possibile scaricare sulle famiglie e sui presidi una forma di controllo strategico che doveva e poteva essere organizzat­a preventiva­mente in modo omogeneo? Si potevano imporre delle mascherine trasparent­i in modo da poter agevolare la socializza­zione e la comunicazi­one anche visiva? Ma, soprattutt­o, è possibile richiedere la Dad, senza supportare tecnologic­amente gli insegnati di lavagne digitali dove poter scrivere direttamen­te sul computer?»

E si chiedono: «Cos’è maggiormen­te prioritari­o, disegnare una scuola all’avanguardi­a insieme ai docenti oppure fossilizza­rsi su sedie, banchi, mascherine, gel? L’incapacità di garantire una programmaz­ione mirata ha prodotto la sensazione che la scuola possa diventare non il centro per lo sviluppo della persona, ma un potenziale focolaio dal quale magari scappare».

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Uscita I ragazzi del Galileo Galilei

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